Artemisia - Escursione
Valle dell'Alcantara
Scheda tematica: Vegetazione ripariale, basalto colonnare ## Schede ## Etna
Vegetazione ripariale
Per vegetazione ripariale si
intende quella associazione vegetale che si sviluppa sulle rive dei corsi
d'acqua. Si suole suddividere la vegetazione in idrofite, elofite ed igrofite, indicando con idrofite quelle piante che vivono completamente sommerse
dall'acqua, elofte le piante che crescono con radici e parte del fusto in
acqua e igrofite le piante che crescono sul terreno umido delle sponde.
Questa successione di
associazioni si riscontra solo in quei tratti del fiume che hanno rive
alluvionali e con una lieve rottura di pendenza dal piano di campagna. Le gole
invece presentano associazioni vegetali anche diverse come la flora rupestre che
cresce lungo le pareti di roccia. La flora delle sponde dell'Alcantara comprende specie arboree, arbustive ed erbacee che
necessitano di una elevata umidità, tra le arboree si notano i Salici (Salix
Alba, Salix Purpurea, Salix Gussonei), il Platano Orientale (Platanus
Orientalis), l'Ontano Nero (Alnus glutinosa) e il Pioppo
(Populus Alba). Fra le piante erbacee che vivono semisommerse
ricordiamo soltanto il Crescione (Nasturtium officinale), il Sedano
d'Acqua (Apium nodiflorum). Tra le piante elofite ricordiamo la Tifa (Tipha
latifolia)
Basalto Colonnare
Il basalto è una roccia
magmatica effusiva che si forma dal raffreddamento di masse fuse. Si presenta di
colore grigio, ed è costituito da una massa vetrosa in cui sono immersi diversi
cristalli tra cui si possono riconoscere facilmente i pirosseni di colore nero, i plagioclasi, che si presentano come piccoli aghetti trasparenti
e l'olivina di color bruno giallo simile al vetro di bottiglia di birra.
Nella Valle dell'Alcantra e alla Gole del Simeto, ci sono state periodiche sovrapposizione di più colate laviche di grande entità che hanno formato un considerevole spessore di basalto anche in un singolo episodio eruttivo. la parte superficiale di questa massa si è raffreddata rapidamente, mentre a parte interna ha impiegato per farlo centinaia di anni. la contrazione della massa di roccia ha originato delle fratture intersecantisi a formare prismi pseudoesagonali: i basalti colonnari. L'erosione del fiume ha poi messo in risalto la geometria dei prismi.
Storia geologica
I più antichi affioramenti
vulcanici dell'area etnea sono le lave basaltiche delle zone di Aci
Castello e Aci Trezza. Questi si sono formati su quello che allora era il
fondale di un ampio golfo pre-etneo che si apriva allora lungo la costa
orientale della Sicilia e che separava l'altopiano Ibleo dai Peloritani (600 000
- 200 000 anni fa). Le caratteristiche di questi primi basalti erano quelle
tipiche delle effusioni sottomarine: lave a cuscino (pillow) con croste vetrose
e ialoclastiti. In seguito all'emersione della regione le manifestazioni
eruttive assumono un carattere subaereo come quelle attuali dell'Etna. Circa 200
000 anni fa si verifica il passaggio da un vulcanismo di tipo fessurale,
espandimenti estesi di lava lungo fratture lineari della crosta, ad un
vulcanismo di tipo centrale con la costruzione di un vero e proprio cono
vulcanico. L'attività del primo vulcano etneo, il Calanna, termina con il
collasso del cratere e la formazione di una caldera. A questa fase dell'attività
dell'Etna, da 200.000 a 150.000 anni fa, possono essere riferiti gli
espandimenti lavici presenti lungo i corsi dei fiumi Simeto e Alcantara cioè i
basalti colonnari.
La formazione delle gole
Circa 200 000 anni fa al posto
dell'attuale valle dell'Alcantara era una valle che si sviluppava su argille del
Cretaceo e su arenarie dell'Oligocene - Miocene. Questa valle accolse nel suo
letto la lava proveniente dall'attività dei primi centri eruttivi dell'Etna.
Era una lava molto fluida che si incanalò nella vale e giunse a mare. Le colate
erano di notevole spessore e accadeva che le parti interne si raffreddassero
molto lentamente. Quando il raffreddamento di una massa magmatica avviene in un
tempo di parecchie centinaia di anni si possono formare fessurazioni colonnari.
Infatti, passando dal fuso al solido la materia si contrae generando fratture si
intersecano con angoli di 120° che formano dei prismi che in sezione si
presentano come maglie esagonali. L'esagono è infatti la figura geometrica che
meglio riempie il piano.
Testi di Salvina Abbadessa e Giuseppe Ippolito, scritti in occasione di una escursione svolta con un liceo di Catania il 18 dicembre 2003