di Giuseppe Ippolito ## Torna a Schede
La geologia dei monti di Palermo, costituiti con poche eccezioni da rocce
carbonatiche soggette alla dissoluzione carsica, ha consentito lo sviluppo di numerose cavità sia prevalentemente orizzontali sia verticali. Le prime hanno
ingressi alle quote più basse da zero a duecento metri e la loro origine ed
evoluzione è spesso influenzata dalle variazioni relative del livello marino.
Tra queste citiamo la Grotta Caprara (2 km) dell'Addaura, Monte
Pellegrino e l'Antro della Regina a Capo Gallo. Le seconde
invece, quelle a sviluppo verticale, si aprono sui rilievi carbonatici, sugli
altopiani, e hanno una origine carsica più o meno influenzata dalla tettonica.
Tra queste ultime citiamo L’Abisso Pietra Selvaggia (-180) su Monte
Pellegrino, la Grotta della Pizzuta (-100), la Grotta di Macchiaciucia
(-60) sud di Rebuttone, e la Grotta di Valle Fico (-50). La grotta di
Macchiaciucia, di cui conosciamo le vicende più recenti, ci da l’occasione di conoscere la sorte che è toccata ad
alcune cavità che sono entrate loro malgrado, in contrasto con le attività umane. Prima della sua esplorazione avvenuta nel 1961 ad opera di un gruppo di speleologi del CAI, la grotta era conosciuta come “Cannacu
i Giddebbi” ed era una frattura che si apriva improvvisa e profondissima tra i
campi coltivati. Gli anziani locali narrano di tentativi durati decenni per ricolmare la voragine spaventosa con
tonnellate di pietrame raccolto nei campi a trasportato col mulo all’imbocco della cavità. Il
pozzo di ingresso della Macchiaciucia, adesso che è parzialmente riempito è profondo 39 metri.
All’epoca doveva essere ben più profondo. Fallito il tentativo di riempirlo si è pensato di ostruirne l’imboccatura con enormi massi incastrati ancora oggi ben visibili. Oggi la grotta è accessibile per una piccola apertura lasciata tra questi massi. Adiacente a questo pozzo, ma non in comunicazione con l’esterno, un secondo pozzo raggiunge la profondità di tutto rispetto di 60
metri; profondità che una volta doveva raggiungere anche il primo. Altre cavità meno “ostiche”
di questa, con l'ingresso esterno più stretto, sono state completamente cancellate e dimenticate.
Il termine Cannacu indica in Sicilia un pozzo o una frattura verticale.
Altra sorte è stata quella delle splendide grotte orizzontali di Palermo, ad
esempio la Grotta Caprara dell'Addaura (Monte Pellegrino). Qui soltanto il buio
e la paura di perdersi rallentavano il saccheggio delle concrezioni
calcitiche di cui la grotta era straordinariamente ricca. Con il filo di Arianna
e con le torce elettriche negli ultimi anni i visitatori hanno asportato pezzo per pezzo le
ultime concrezioni. Alcune concrezioni si ritrovano a tappezzare le grotte artificiali decorative nei giardini della
nobiltà palermitana ad esempio a Villa Niscemi nel Parco della Favorita. Molte grotte ospitano sempre
meno numerose colonie di pipistrello: la popolazione di chirotteri è in forte diminuzione
in tutta Europa e la causa principale sembra essere l'uso di pesticidi...
Artemisia
monti di palermo | sentieristica (indice) | artemisia (indice) |