Monte Catalfano
Artemisia, sabato 19 gennaio 2013
Il Monte Catalfano è alto 376 metri, è la più alta delle punte del frastagliato promontorio calcareo che separa la pianura di Bagheria dal mare. Le altre due punte sono Solunto, a sud-est, alta 235 metri, sede di un'antica città di fondazione cartaginese, e Montagna D'Aspra, ad ovest, che comprende due punte: il Cozzo San Pietro, 345 m, e il Monte Irice, 284 m. Montagna d'Aspra domina sull'abitato di Aspra, piccolo centro marinaro sorto all'estremità orientale del Golfo di Palermo. Il Monte Catalfano in estate ha aspetto brullo e arido, nonostante i diffusi rimboschimenti forestali con il pino d'Aleppo (Pinus halepensis). In inverno è verde di piante erbacee annuali che anticipano sensibilmente le fioriture rispetto ai rilievi più interni. Sui versanti settentrionali, su substrato sabbioso e argilloso, cresce localmente la quercia spinosa (Quercus coccifera), bella quercia sempreverde dal portamento arbustivo e dal fogliame lucido anche nella pagina inferiore, diffusa prevalentemente in ambienti xerici della Sicilia. Le falesie fossili dei versanti settentrionali sono separate dal mare da conoidi detritici oggi percorsi da una strada litoranea e costellati di villette. Sulla Montagna d'Apra e sul Catalfano si aprono alcuni zubbi. Zubbio è toponimo siciliano che indica una cavità naturale a sviluppo prevalentemente verticale. Gli zubbi del Catalfano sono pozzi di origine tettonico-carsico, il più profondo raggiunge i 66 metri. Il promontorio oggi appare all'osservatore come isola di natura che emerge dalla massiccia urbanizzazione degli ultimi decenni. Fino a circa 800.000 anni fa, fu un'isola, un piccolo isolotto circondato da mare poco profondo in cui si sedimentava il detrito calcareo che poi avrebbe costituito la pregiata pietra d'Aspra, calcarenite giallo-ocra del Pleistocene cavata in conci per costruire, tra l'altro, numerose ville nobiliari settecentesche e il Teatro Massimo di Palermo. Dopo l'abbandono delle cave, il promonorio del Catalfano torna, in senso metaforico, ad essere un'isola, quando anche le cave si ricoprirono di verdissimi limoneti. Un mare di verde e limoni, quando fare il limiunaro a Bagheria divenne quasi un privilegio. Oggi la piana è densamente urbanizzata dall'espansione dei centri di Bagheria, Aspra, Santa Flavia, Porticello e Sant'Elia e i limoneti residui sono in abbandono. Dal mare di acqua e dal mare di agrumi siamo passati al mare di cemento e asfalto, ma la Montagna d'Aspra ed il Monte Catalfano continuano ad emergere e a rimanerne "fuori", in questo senso questo piccolo promontorio è ancora percepito come grande montagna. La città di Bagheria si è distinta nel tempo per il genio, soprattutto artistico, di alcuni suoi abitanti. Ancora oggi è abitata da abili narratori, pittori, poeti e cantastorie. Tra i tanti ricordiamo il poeta in siciliano Ignazio Buttitta, il pittore del '900 Renato Guttuso e la scrittrice contemporanea Dacia Maraini."... Ya la esperanza es perdida, y un solo bien me consuela: que el tiempo que pasa y vuela llevarà presto la vida...". Questi versi di Cervantes sono riportati sul portale della prima principesca dimora fatta costruire in contrada Baharia, nel 1658, dal nobile Giuseppe Branciforti quando lascia Palermo per la campagna, deluso dalla politica. Altre famiglie aristocratiche palermitane seguirono il suo esempio, non per delusione quanto per la scoperta di Bagheria come località amena di villeggiatura. Nel corso del settecento Bagheria si arricchisce di abitanti e di ville principesche. Una di queste, la Villa Cutò, ospita oggi il Museo del giocattolo, Villa Cattolica ospita invece il Museo/pinacoteca dedicato a Renato Guttuso...
Programma
Raduno alle 8,30 a piazzale John Lennon ex Giotto, partenza per Bagheria, Aspra e Capo Mongerbino. L'escursione inizia dalla strada litoranea Aspra-Porticello. Un sentiero sale per il versante nord, in cima alla Montagna d'Aspra (Cozzo San Pietro). Si attraversano lembi relitti di macchia mediterranea con grandi arbusti di Q. coccifera, rimboschimenti e gli ingressi di alcuni zubbi. Ci accompagnano durante tutto il tragitto viste panoramiche sul Golfo di Palermo, su Capo Zafferano e sui due mari, quello d'acqua e quello cementizio. In discesa, lungo la falesia nord, si incontrano gli ingressi di numerose altre grotte e ripari di origine marina. Al termine dell'escursione, dopo il pranzo al sacco, si prevede la visita del Museo Guttuso. Rientro previsto a Palermo alle ore 16.00 circa.
Scheda tecnica
Lunghezza del percorso: 6 Km, Dislivello 300 metri, Tempo di cammino 2 ore (escluso le soste), Caratteristiche del percorso: sentieri e sterrate forestali; Difficoltà: turistica (un omino)
Equipaggiamento: abbigliamento invernale, indumenti di scorta per la pioggia, scarponcini per l'escursionismo.
Contributo spese di trasporto ad equipaggio: €6; Quota Artemisia: €6;
Informazioni e comunicazione di partecipazione: Giuseppe Ippolito 3403380245 Sede 0916824488.
Artemisia, società cooperativa a r.l. per il turismo sostenibile e l'educazione ambientale. Via Serradifalco, 119 - 90145. Palermo. Tel. 091/6824488; 340/3380245; E-mail: artemisianet@tin.it Sito: http://www.artemisianet.it