La rete sentieristica sicana è parte di un progetto di valorizzazione dell’Azienda Foreste rivolto al turismo escursionistico e al trekking che collega i centri abitati con quattro riserve naturali attraversando aree di alto interesse naturalistico e paesaggistico ed aree rurali ed agricole punteggiate da masserie, abbeveratoi monumentali, mulini, conventi, eremi, castelli ed aree archeologiche. I sentieri conducono anche ai rifugi, ai bivacchi e ai pagliai messi a disposizione dall'Azienda Foreste per il pernottamento all'interno delle riserve. La rete sentieristica è riconoscibile dal segnavia a vernice rossa e bianca e dalle tabelle direzionali poste agli incroci e alle partenze. In buona parte è percorribile anche in bicicletta e a cavallo. Nella scelta dei tracciati si è data preferenza ai percorsi pedonali di uso storico usati per secoli per gli spostamenti di uomini, greggi e mandrie. La rete si integra con i sentieri naturalistici delle riserve, con i percorsi del Patto Territoriale Alto Belice Corleonese, con la ferrovia dismessa e con la rete di regie trazzere e vuole contribuire a promuovere la mobilità dolce e il turismo sostenibile.
I Monti Sicani si estendono tra le province di Palermo e Agrigento, occupando una superficie superiore ai mille chilometri quadrati. Sono gruppi montuosi isolati con cime tra 1000 e 1500 metri su un altopiano collinare. La morfologia del territorio è determinata da due successioni sedimentarie: l'alternanza di argille e arenarie del Cenozoico, che da luogo al paesaggio collinare con rilievi tabulari, e i carbonati pelagici del mesozoico che costituiscono i rilievi più alti e conferiscono disomogeneità al paesaggio con pareti rocciose e gole. I rilievi più alti sono Monte Cammarata (m 1578), Monte Barracù (m 1457), Monte Rose (m 1436) e Serra del Leone di cui il Pizzo Stagnataro (m 1317), è la punta più elevata. La presenza di queste quote a breve distanza tra loro contribuisce a creare un clima invernale umido, le sorgenti sono quindi numerose ed abbondanti ed alimentano una complessa rete idrografica con torrenti, fiumi, laghi artificiali, stagni temporanei e permanenti. L'area è attraversata da due importanti valli formate dai fiumi Sosio e Platani. Le valli fluviali ospitano lussureggiante flora ripariale con Nerium oleander, Typha latifolia, Tamarix gallica, Salix caprea e vegetazione rupestre. Gli altopiani ondulati argillosi sono occupati da colture tradizionali estensive, campi aperti e pascoli che in primavera offrono splendide fioriture di Orchidaceae e Iridaceae. La vegetazione arborea naturale è confinata ai versanti ripidi dei monti con querceti termofili dove le essenze dominanti sono il Leccio (Quercus ilex) e la Roverella (Quercus pubescens s.l.). Il Bosco di Sant’Adriano costituisce la più estesa delle numerose superfici boscate dell’intero comprensorio. La vegetazione delle acque lentiche (stagni e laghi) è caratterizzata dai generi Ranunculus, Alisma e Potamogeton. Una specie simbolo della conservazione naturalistica dei Sicani è il Capovaccaio (Neophron percnopterus), un piccolo avvoltoio bianco con la punta delle ali nere che trova qui uno degli ultimi siti di nidificazione insieme all’Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus) altrettanto raro nel Mediterraneo. Tra i rapaci nidificano anche il Nibbio bruno (Milvus migrans) e l'Aquila reale (Aquila chrysaetos). La Coturnice siciliana (Alectoris graeca whitakeri) è associata alle coltivazioni estensive di graminacee e ai pascoli montani, i boschi ospitano il Picchio rosso maggiore (Picoides major) e sulle sponde del Sosio nidifica il Merlo aquaiolo (Cinculus cinculus). Tra i mammiferi sono presenti il Gatto selvatico (Felix silvestris), la Martora (Martes martes), la Donnola (Mustela nivalis), l’Istrice (Hystrix cristata) e la Volpe (Vulpes vulpes). Gli anfibi includono il Rospo smeraldino (Bufo viridis) e la Raganella (Hyla intermedia). Interessanti per la fauna invertebrata d’acqua dolce (anostraci, ostracodi, copepodi ecc.), sono gli stagni temporanei. Dalla primavera all'autunno è facile osservare almeno cinque specie di mantidi (ordine Mantodea): Iris oratoria, Mantis religiosa, Ameles spallanzania, Ameles decolor e Geomantis larvoides. Tra le numerose specie di farfalle diurne incontriamo soprattutto i Satyridae Hipparchia briseis e Hipparchia statilinus, i cui bruchi vivono sulle graminacee, e la Nymphalidae Melitea didyma, la cui larva si sviluppa su piante dei generi Plantago, Linaria e Veronica. Splendidi coleotteri si possono incontrare nei querceti tra cui un grande cerambicida (Morimus asper) e il raro cervo volante (Lucanus tetraodon sicilianus)
Le Riserve Naturali: R.N.O. “Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio” Nel territorio di Palazzo Adriano il Fiume Sosio è sbarrato da una diga e forma il Lago di Gammauta, a valle della diga inizia la riserva, là dove il Sosio scorre stretto e profondo tra ripidi versanti montani coperti di querceti e arbusteti formando spettacolari gole. Della riserva fanno parte anche la splendida e panoramica cresta tra il Cozzo di Pietra Fucile (m 1151) e il Pizzo del Gallinaro (m 1220), la zona umida di “Chianu Inzitati”, i boschi di S. Adriano e di Rifesi con i due santuari omonimi. Nei pressi di Palazzo Adriano sono anche due massi calcarei con fossili del Permiano detti “Pietra di Salomone” e “Pietra dei Saracini”. Fra le aspre pareti di roccia nidificano alcune specie di rapaci fra cui l’Aquila del Bonelli, il Falco pellegrino, Il Nibbio bruno e il Lanario. Fra i Lecci e le Roverelle del bosco di Sant’Adriano e del bosco di Rifesi sono segnalati l’Istrice, il Gatto selvatico, la Martora, la Donnola. R.N.O. “Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco” Tra i paesi di Sambuca di Sicilia e Contessa Entellina si eleva il monte Genuardo (1180 m), un massiccio che occupa l’estremità occidentale dei Monti Sicani. E' costituito da una successione sedimentaria calcarea formatasi dal Mesozoico al Cenozoico, da 225 a 5 milioni di anni fa. La riserva tutela il bosco misto di Leccio e Roverella con esemplari monumentali: Bosco del Pomo. Adiacenti alla Riserva anche le rovine di Adranone e il monumentale convento di Santa Maria del Bosco. R.N.O. “Monte Cammarata” L’area protetta si estende nei territori comunali di Cammarata, Santo Stefano Quisquina e San Giovanni Gemini, in provincia di Agrigento. Comprende il settore più orientale dei Monti Sicani, costituito da Monte Cammarata (m 1578), Monte Gemini (1397 m), Pizzo della Rondine (m 1247) e Serra Quisquina (m 1159). Le rocce sono calcaree e il rilievo si presenta aspro, ricco di picchi, gole e pareti ripide o a strapiombo. La vegetazione naturale è rappresentata da querceti misti e macchia mediterranea. Nei valloni e nelle aree più fresche si incontrano piccoli gruppi di altre latifoglie come Carpino nero (Ostrya carpinifolia), Olmo comune (Ulmus minor), Pioppo nero (Populus nigra) e Ciavardello (Sorbus torminalis). Parte della superficie boschiva è costituita da rimboschimenti con Cupressaceae e Pinaceae esotiche impiantate dall'Azienda Foreste. R.N.O. Monte Carcaci. Il Monte Carcaci (m 1196) è un rilievo costituito da calcari, calcilutitici, calcareniti e marne depositatesi in ambiente di bacino tra il Triassico ed il Miocene. Gli strati calcarei si presentano spesso sottili e regolari e ricordano localmente dei muretti a secco. La natura calcarea del suolo, le quote ed il regime idrico determinano lo sviluppo della associazione vegetale denominata Sorbo Torminalis - Quercetum Virgilianae che comprende specie quali Quercus ilex, Q. amplifolia, Fraxinus ornus, Acer campestris e Sorbus torminalis. oltre a Rubus hirtus, Daphne laureola, Clematis vitalba, Hedera helix, Euphorbia amygdaloides arbuscula e Sorbus aucuparia. Il bosco naturale di Monte Carcaci è quindi un querceto basifilo (suoli calcarei) dove si alternano la dominanza il leccio e querce del gruppo della Roverella. Il nome deriva dall’arabo murcarcash = ondulato, crespato.
Pernottamento all'interno delle riserve: informazioni e prenotazioni numero 840700839 a tariffa ripartita. Strutture già predisposte: Riserva Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco: Casa Giammancheri (A), Casa Don Michele (A); Riserva Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio Casa Leone (A), Casa Capraria (A), Rifugio Campello (B). Casa Muscola (A), Rifugio Ferina (A), Casa di Rosa (A), Rifugio Acque Bianche (B); Monte Carcaci: Pagliaio grande (P), Pagliaio piccolo (P); Rifugio delle Eriche (A); Riserva Monte Cammarata: Casa Ciccarelli (B), Rifugio Cammarata (B); Demanio forestale località Piano Leone: Case Catera (B). B=bivacchi (panche letto, cucina, luce elettrica, servizi igienici, camino), A=punti di appoggio (panche letto, cucina e stufe a legna), P=pagliai.
Avvertenze agli escursionisti: Si consiglia a tutti coloro che intendono per la prima volta compiere escursioni a piedi o in bicicletta in questo territorio di assumere tutte le informazioni sullo stato di manutenzione e di segnatura dei sentieri, sulle difficoltà, tempi di percorrenza, posizione dei punti d'acqua e dei rifugi. E’ preferibile farsi accompagnare da persona esperta dei luoghi o dotarsi di una buona carta escursionistica e degli strumenti per l’orientamento. Si invitano gli escursionisti alla massima prudenza soprattutto nel percorrere lunghi itinerari durante la stagione invernale, per evitare il sopraggiungere della notte prima della meta, e nella stagione estiva per le temperature occasionalmente molto alte. L’escursione dovrà avere ben precise località di partenza e di arrivo che dovranno essere comunicate a qualcuno che possa in caso di necessità, attivare i mezzi di soccorso. Equipaggiamento consigliato sono scarponi da montagna con suola antiscivolo, calzettoni alti, pantaloni comodi e robusti, zaino con acqua, cibo e indumenti per eventuale pioggia o freddo. Possono essere sempre utili un cappellino e gli occhiali da sole. Se si prevede il pernottamento nei rifugi è consigliato il sacco a pelo. Regole di comportamento condivise sono: raccogliere i propri rifiuti, non accendere fuochi al di fuori delle aree attrezzate e richiudere i passi delle recinzioni trovati chiusi.
Soccorso: carabinieri 112 polizia 113 vigili del fuoco 115 guardia di finanza 117 emergenza sanitaria e Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico 118, servizio antincendio boschivo 1515
Distaccamenti Forestali: Bisacquino (Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana) 0918351814; Burgio (Calamonaci, Lucca Sicula, Villafranca Sicula) 092564350; Palazzo Adriano (Prizzi) 0918993483; Sambuca di Sicilia (Caltabellotta, Sciacca) 0925941194; Santo Stefano Quisquina (Alessandria della Rocca, Bivona) 0922982065.
Guide escursionistiche e servizi all’escursionismo: Artemisia Palermo 0916824488 3403380245 artemisianet@tin.it, Camelot Ficuzza 0918460000 info@anticastazione.it, Free Time C/o Comune di Prizzi 0918345045, T.R.I.P.S. Palazzo Adriano 0918348774 valledelsosio@interfree.it
Associazioni di escursionismo: Club Alpino Italiano sezione di Palermo 091329407; Club Alpino Siciliano 091581323; Legambiente Nisida Palermo 091301663 ansnisida@tiscalinet.it; LIPU Ficuzza (Corleone) 0918460107 crfs.ficuzza@lipu.it; Oros, Via Federico, 9 Cammarata 0922909536; WWF Italia Palermo 091583040.
Cicloturismo: ASD SSST Bike Team sez. Cicloecologista Agrigento 3284561237 0922413345 info@ssstbiketeam.it; FIAB Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Coordinamento Palermo Ciclabile 0913809837 palermociclabile@yahoo.it; Mountainbike Sicilia FIAB Catania 0932-835070 3389329045 fax 095-7147605 giampaolo.schillaci@unict.it; Sicilyexplorer 0934568454 - 3201146974 Caltanissetta sibakken@tiscali.it.
Centri per l'equiturismo: FISE Federazione Italiana Sport Equestri Cavallo Club Corleone 091/8464925 339/5992010 info@cavalloclubcorleone.com; FISE Centro Equestre Riabilitativo Ricreativo Sportivo onlus Piana degli Albanesi (Pa) 091/8561020 335/6731441 cerrs@libero.it
Gli itinerari
1 Sambuca di Sicilia - Monte Genuardo - Contessa Entellina
Numerazione Sentiero: 752-751; Lunghezza: km13,6; Dislivello: m890⇧, m655⇩; Tempo di percorrenza: 5-6 ore. Località attraversate: Sambuca di Sicilia m290, Monte Genuardo m1180, Bosco del Pomo, S. Maria del Bosco m826, Contrada Porcaria, Contessa Entellina m524; Rifugi: Casa Giammancheri m991, Case Don Michele m850; Partenze da Sambuca di Sicilia (dalla ferrovia dismessa a nord dell'abitato) e da Contessa Entellina (Piazza principale). Partenze intermedie: Santa Maria del Bosco m826, Centro Visitatori della RNO m838, Contrada Mangiaracina m589.
Descrizione: Il sentiero 752 inizia dalla sede della ferrovia dismessa alla periferia nord di Sambuca di Sicilia e attraversa una zona in via di urbanizzazione (viale Palmiro Togliatti, via Pietro Nenni) in direzione dell'area archeologica di Adranone. Al bivio presso l'ex Mulino Dragna si prosegue a destra per Contrada Mangiaracina dove inizia, a quota m589, il percorso esclusivamente pedonale che passa sotto la strada che porta alla zona archeologica ed entra nella riserva naturale Monte Genuardo e S.Maria del Bosco. Si prosegue seguendo la sterrata che gira a destra, supera un abbeveratoio, un impluvio con un piccolo gruppo di pioppi secolari, i ruderi di un “marcato” (recinto e casa in pietra di pastori) e poi si inerpica su sentiero forestale in area di rimboschimento, fino all'altopiano di Monte Genuardo. Il percorso in quota si integra con i sentieri della riserva che collegano ai rifugi e al Centro Visitatori (sentieri 753 e 754). Dalla cima il sentiero attraversa interamente la riserva verso nord ovest fino a S. Maria del Bosco attraversando i querceti del Bosco del Pomo. Dall'ex convento, attraversata la strada statale e continuando la discesa verso nord si entra in contrada Giacomazza dove si incrocia il sent. 751 che collega Contessa (a sinistra) con Bisacquino. Difficoltà: E.
2 Contessa Entellina - Bisacquino
Numerazione Sentiero: 751; Lunghezza: km7,7; Dislivello: m120⇧, m185⇩, m150⇧; Tempi di percorrenza: 2-3 ore; Località attraversate: Contessa Entellina m524, Abbeveratoio del Re m627, Bisacquino m728; Partenze: Contessa Entellina (piazza principale), Bisacquino (piazza Triona): Partenza intermedia: S.M. del Bosco.
Descrizione: Dalla Piazza di Contessa Entellina si attraversa per intero l'abitato in direzione ovest-sud-ovest (da Piazza Umberto percorrere via Morea) verso l'edicola S. Rosalia. Da qui una stradina sterrata, poi sentiero, attraversa il vallone Serradamo per salire alla contrada Giacomazzo. A quota m699 si incontra il bivio per S. Maria del Bosco e per Monte Genuardo (sent. 752). Proseguendo invece verso ovest, in direzione di Bisacquino, si attraversano coltivi, boschetti ed alberi monumentali fino all'imponente e storico Abbeveratoio del Re. Dall'abbeveratoio il percorso scende su sterrata con tracce di selciato all'impluvio Sacramento per risalire infine a Bisacquino. L'ultimo chilometro del percorso è su strada asfaltata. Per chi percorre l'itinerario in senso opposto il percorso dalla piazza centrale di Bisaquino è il seguente: Piazza Triona, via Carmine, scalinata Carmine, via sant'Antonio. Difficoltà: E
3 Bisacquino – Monte Colomba - Palazzo Adriano
Numerazione Sentiero: 531, 917; Lunghezza: km 17,8; Dislivello: m460⇧, m670⇩, m185⇩; Tempi di percorrenza: 6-7 ore Località attraversate: Bisacquino m728, Madonna del Balzo m905, Bivio Piano delle Giumente (sentiero 534) m956, Monte Colomba m1186, Fiume Sosio m517, Palazzo Adriano m700; Rifugi: Casa Piano delle Giumente m946; Partenze da Bisacquino (piazza centrale) o da Palazzo Adriano (piazza centrale); Partenze intermedie: dal Santuario Madonna del Balzo m909, dal chilometro 127 della SS188 (Casa Sala vicino Ponte Grande sul Fiume Sosio) m530.
Descrizione: Dalla Piazza centrale di Bisacquino (Piazza Triona) risalire l'abitato in direzione nord seguendo in successione le vie Teatro, Acquanova, Perricone, Salita Perricone, Gaudiano, San Francesco di Paola, Duca Pilieri e poi il percorso devozionale per la Madonna del Balzo. Dal piazzale del santuario il sentiero prosegue aggirando a nord il M. Triona per entrare in contrada Sataloro dove si incontra il bivio a sinistra per il Piano delle Giumente (sentiero 534). Il paesaggio, demanio forestale, è dominato da boschi di pino d'Aleppo e dai calcari pelagici in strati sottili del M. Triona. Superato Pupo d'Edera e costeggiata la Valle la Cattiva, inizia la salita su piste sterrate e pascoli per la cresta del Monte Colomba e il paesaggio si arricchisce di boschi di querce sempreverdi. Dalla cima un sentiero poco visibile scende in direzione ovest al Baglio Colomba e da qui una sterrata scende in direzione sud fino al Fiume Sosio. Guadato il fiume, ad est di Ponte Grande, si risale sul versante opposto fino all'abitato di Palazzo Adriano. Difficoltà: E
4 Bisacquino – Chiusa Sclafani - Giuliana
Numerazione Sentiero: 532, 533; Lunghezza: km8; Dislivello: m320⇩, m250⇧; Tempi di percorrenza: 3-4 ore; Località attraversate: Bisacquino m728, Chiusa Sclafani m590, Mulino Agliara m400, Convento di S. Anna m565, Giuliana m680. Partenze: dalla piazza principale di Bisacquino, dalla periferia nord di Chiusa Sclafani, dall'edicola votiva tra l'abitato di Giuliana ed il Calvario (Largo Madonna di Pompei) ove è posto anche il tabellone della sentieristica), dalle intersezioni con le strade carrozzabili.
Descrizione: Dalla piazza centrale di Bisacquino (piazza Triona) procedere in direzione sud-sudest (indicazioni per Chiusa Sclafani) seguendo il percorso: corso Umberto I, via Orsini, via Quaranta, fino a raggiungere la sede della ferrovia dismessa, oggi strada sterrata idonea all'uso ciclistico e pedonale. Si lascia la ferrovia dopo circa un chilometro per aggirare ad est M. Peloso e scendere direttamente alla periferia nord di Chiusa (abbeveratoio). A Chiusa si incontrano in successione il bivio a destra con il sentiero 924 per Mulino San Benedetto e Palazzo Adriano e poco più avanti il bivio per i sentieri 908-921 per la Valle Vite e la Valle del Sosio. Per proseguire verso il Mulino Agliara si deve imboccare il sentiero 533, una stradina adiacente il cimitero di Chiusa che scende attraversando prima la strada statale e poi la ferrovia dismessa (da Piazza S. Rosalia seguire via Saponeria e via Mallà). Dopo la ferrovia dismessa un sentiero poco evidente scende al Torrente Malotempo e ai ruderi del Mulino Agliara. Nei pressi del mulino si guada il torrente e una traccia porta prima in ripida salita e poi a tornanti fino alla statale tra Giuliana e Chiusa. Dal lato opposto della statale una sterrata consente di raggiungere Giuliana. Un ulteriore bivio a destra porta al poco distante Convento di S. Anna. Difficoltà: nel tratto tra Bisacquino e Chiusa Sclafani difficoltà T, consigliata per la bicicletta. Per la discesa al Torrente Malotempo - Mulino Agliara, tra Chiusa Sclafani e Giuliana difficoltà E.
5 Chiusa Sclafani – Fiume Sosio - Burgio
Numerazione Sentiero: 921, 920, 902; Lunghezza: km15,5; Dislivello: m425⇩, m595⇧, m505⇩; Tempi di percorrenza: 5-6 ore Località attraversate: Chiusa Sclafani m620, Fiume Sosio m226, Castello Gristìa m514, Costa di Sibilla m820, Burgio m317; Rifugi: Rifugio Ferina m760, Rifugio Muscola m699, Casa Di Rosa m770; Partenze: da Chiusa Sclafani (Piazza Castello), da Burgio (piazza centrale); Partenze intermedie: da San Carlo (fraz. di Chiusa Scl.) per la ferrovia dismessa.
Descrizione: Da Piazza Castello di Chiusa Sclafani (bacheca della sentieristica) procedere in salita in direzione sud-est sul sentiero 921 (via Ferina, via Roma, p.zza Meli). A quota m652, ancora alla periferia alta di Chiusa, si incontra il bivio con il sentiero 908 che percorre via Roma, la strada di contrada S.Lucia e poi il fianco della Serra Uomo Morto collegando in successione i rifugi Ferina, Casa Muscola e Casa di Rosa. Da Casa Muscola il sentiero scende in contrada Umpoli e si ricollega con il sentiero 921 che invece dal bivio di quota m652, a sinistra, raggiunge la Cappelletta S. Lucia e scende direttamente al Fiume Sosio. Proseguendo lungo il fiume, sul versante sinistro, si incontra il bivio con il sentiero 920 che sale ripido a tornanti al Castello di Gristìa. Dal castello si procede verso est, su sentieri e sterrate, parallelamente ai rilievi circostanti e attraversando rimboschimenti di eucalipti e conifere. Giunti a Portella Fontanelle il sentiero 927 scende a Burgio. Difficoltà EE. La salita dal letto del Sosio al Castello di Gristia è ripida anche se su un sentiero a tornanti. Dal Castello di Gristìa, se la segnaletica non dovesse essere in ordine, non è facile individuare l'inizio del sentiero che scende al Sosio. Da Chiusa Sclafani a San Carlo (Fraz. Di Chiusa) il percorso è più semplice: difficoltà E
6 Chiusa Sclafani – Mulino San Benedetto – Palazzo Adriano
Numerazione Sentiero: 924; Lunghezza: km11,7; Dislivello: m60⇧, m240⇩, m295⇧; Tempi di percorrenza: 4-5 ore Località attraversate: Chiusa Sclafani m580, Mulino Giulfo m440, Mulino San Benedetto m406, Gole di Scumpurrutuni m570, Pietra dei Saracini m665, Palazzo Adriano m700. Partenze: Chiusa Sclafani (piazza S. Rosalia alla periferia nord, vicino la statale), dal Mulino Giulfo, dalla Piazza di Palazzo Adriano, dall'abbeveratoio presso la Pietra dei Saracini m631.
Descrizione: Dalla piazza bassa di Chiusa percorrere l'abitato in direzione nord-est (Piazza S. Rosalia, via Riccio, Via Giardinello), lungo il tracciato della Regia Trazzera 77. Seguendo i segnavia bianco e rosso si riesce a raggiungere la contrada Albero Bello, superando un dislivello dal paese di circa m60, senza passare sulla strada statale. Da Albero Bello una strada secondaria asfaltata scende in km2,5 al Mulino Giulfo. Dal mulino Giulfo il percorso diventa sterrato e continua in discesa fino a guadare il Fiume Sosio m408 e girare a destra per il Mulino San Benedetto. Dal Mulino S. Benedetto un sentiero quasi sempre ben evidente e in parte selciato, attraversa in salita il querceto “la Boschigliera” e passa a margine delle forre del Sosio e del Torrente S. Calogero (le suggestive Gole di Scumpurrutuni), per raggiungere, a quota m631, l'abbeveratoio nei pressi della Pietra dei Saracini. Dall'abbeveratoio, per raggiungere Palazzo Adriano, occorre seguire la pista sterrata che parte verso est e guada il Torrente S. Calogero. Si consiglia come percorso ciclistico il tratto da Chiusa Sclafani al Mulino San Benedetto e come percorso pedonale o equestre il tratto tra Palazzo Adriano ed il Mulino S. Benedetto. Presso la Pietra dei Saracini il sentiero 924 incontra il sentiero 920 che scende nella Valle S. Benedetto e porta al Bosco di S. Adriano. Difficoltà: E
7 Burgio – Bosco di S. Adriano - Palazzo Adriano
Numerazione Sentiero: 902, 920, 924; Lunghezza: 15,7 Dislivello: m565⇧, m295⇩, m100⇧, m135⇩ m165⇧; Tempi di percorrenza: 6-7 ore; Località attraversate: Burgio m300, Portella S. Adriano m866, Santuario S.Adriano m570, Bosco di S. Adriano, Cozzo Danesi, Valle San Benedetto, Abbeveratoio presso la Pietra dei Sarracini m631, Palazzo Adriano m700; nei pressi del Santuario di S. Adriano è il Centro Visitatori della RNO Palazzo Adriano e Valle del Fiume Sosio; Partenze: Piazza centrale di Burgio dove è collocato il tabellone della sentieristica, Piazza di Palazzo Adriano; Abbeveratoio m631 presso la Pietra dei Sarracini.
Descrizione: Dalla piazza principale di Burgio, dove è collocato il tabellone con la cartografia, inizia il sentiero 602 che attraversa interamente l'abitato verso nord, fino alla via Signuruzzu che procede verso la campagna. A quota m473 il sentiero si biforca, il 602 prosegue a destra per raggiungere Portella S. Adriano, a sinistra invece il sentiero 927, che ricalca la RT 163 porta al sentiero 920 sulle Coste di Sibilla. Da portella S. Adriano per pista tagliafuoco prima e per sentiero poi si scende al Santuario di S. Adriano in circa km2 ( poco prima si incontra la strada sterrata che proviene dal Centro Visitatori). Dai ruderi del santuario, sepolti da lussureggiante edera ed ailanto, un sentiero poco evidente prosegue in leggera salita verso est dentro un uliveto abbandonato per poi immettersi in un sentiero molto evidente, dotato a tratti di staccionata, che prosegue verso Cozzo Scorsone offrendo splendidi panorami a nord e a ovest sulla Valle del Sosio e sul Bosco di S. Adriano. Da Cozzo Scorsone un antico sentiero, ancora ben visibile, scende attraversando uno splendido lecceto fino all'impluvio a sud di Cozzo Danesi. Il sentiero poi aggira il Cozzo Danesi con un unico tornante a sinistra fino alla cresta ovest e un unico tornante a destra che scende sul versante settentrionale fino alla Valle San Benedetto. Il Cozzo Danesi è ambiente di gariga e macchia mediterranea. Il sentiero attraversa la Valle S. Benedetto fino alle Case omonime da cui parte una sterrata che porta all'Abbeveratoio di quota m631 nei pressi della Pietra dei Sarracini e quindi su a Palazzo Adriano (sent. 924, vedi itinerario 6). Difficoltà: EE.
8 Palazzo Adriano - Pizzo di Gallinaro - Burgio
Numerazione Sentiero: 902; Lunghezza: 15,5; Dislivello: m525⇧, m915⇩; Tempi di percorrenza: 6-7 ore; Località attraversate: Pietra di Salomone m906, Portella di Gebbia m950 Pizzo di Gallinaro m1220, Serra di Biondo m1143, Burgio m300; Rifugi: Casa Leone m925, Casa Capraria m875 Rifugio Campello Grande m838; Partenze: Piazza centrale di Burgio dove è collocato il tabellone della sentieristica, Piazza di Palazzo Adriano, Partenze intermedie o di bretella: Portella di Gebbia m 950, Rifugio Campello Grande (versante sud, Burgio), Santuario di Rifesi m807 (versante sud, Burgio), Pietra di Salomone m906.
Descrizione: Dalla Piazza di Palazzo Adriano raggiungere la periferia sud nei pressi del locale “A Casa Vecchia”, il segnavia rosso e bianco attraversa l'abitato e segue il percorso della RT 151, prima verso sud, poi verso sud-ovest, in salita, fino all'edicola di San Calogero. All'edicola c'è il bivio: a sinistra il sentiero 916 sale a Monte Rose (vedi itinerario 9), a destra il sentiero 902 scende alla Pietra di Salomone, un grande masso calcareo con eccezionale fauna fossile paleozoica, e risale in direzione sud verso il rilievo di Cozzo di Pietra Fucile. Il sentiero passa alle spalle della casa forestale (m980) a ovest di Portella di Gebbia, dove è anche il bivio a destra con il sentiero 905 che porta ai rifugi Capraria e Casa Leone. Superata la casa forestale il sentiero sale rapidamente per cresta tra splendidi panorami e prosegue al margine destro del Piano delle Fontane (pianoro sommitale). Seguendo la direzione sud sud-est e mantenendosi a circa quota 1200 si oltrepassano il Pizzo di Gallinaro e le Neviere e poi si scende ad est alla sella di m1101 tra il Gallinaro e la Serra di Biondo, dove è un bivio. A destra il sentiero 902 scende in direzione est sul versante nord della Serra di Biondo, prima su sterrata e poi su sentiero, poi ancora su sterrata, e giunge a Portella S. Adriano da dove scende a Burgio. A sinistra il sentiero 911 (sterrata) scende sul versante meridionale all'Abbeveratoio della Menta, m1019 e ancora a sud-est, tra splendidi paesaggi e grandi querce, fino al Santuario di Rifesi. All'abbeveratoio è anche il bivio con il sentiero 919 per il Rifugio Campello Grande. Difficoltà: E
9 Palazzo Adriano – Monte Rose - Bivona
Numerazione Sentiero: 902, 916, 914; Lunghezza: km17,3; Dislivello: m775⇧, m915⇩; Tempi di percorrenza: 6-7 ore; Località attraversate: Piano della Fiera m1371, Monte Rose m1486, Monte Pernice m1393, Portella dello Spagnolo m1280; Rifugi: Rifugio Acque Bianche m1100, Rifugio Catera m940; Partenze: Piazza di Palazzo Adriano, Bivona, C/da Paratore, a nord dell'abitato. Partenze intermedie: edicola di S. Calogero m937 nei pressi della Pietra di Salomone, dal Rifugio Acque Bianche.
Descrizione: Da Palazzo Adriano come per l'itinerario precedente fino all'edicola di San Calogero m937. Dall'Edicola inizia ad est il sentiero 916: una stretta pista in cemento armato che sale rapidamente all'abbeveratoio di quota m1044. Il sentiero 926 si stacca a destra nei pressi dell'abbeveratoio e porta al Rifugio Acque Bianche percorrendo su traccia il versante meridionale di Piano della Fiera. Il sent. 916 prosegue a salire su sterrata, girando sul versante settentrionale del Monte Rose. A circa m600 dall'abbeveratoio si lascia la sterrata per un sentiero a destra che entra nel demanio forestale e sale a tornanti raggiungendo rapidamente la quota m1300 sotto il margine settentrionale di Piano della Fiera. Il sentiero sale e scende poi per circa due chilometri verso est mantenendosi intorno all'isoipsa m1300. Quasi alla fine del Piano della Fiera la cresta e il sentiero piegano verso sud-est. Alla sella di quota m1368, alla base della cima di M. Rose, si incontra il bivio con una sterrata che scende a tornanti sul versante meridionale ancora al Rifugio Acque Bianche. Dal bivio una doppia pista tagliafuoco con al centro palificazione elettrica sale diritta alla cima ove è posta anche un' antenna sferica. Dalla cima si prosegue su terreno naturale, su creste arrotondate, sempre verso sud-est. E' il tratto più suggestivo dell'intera escursione per via della assoluta integrità del paesaggio. Superato Monte Pernice il sentiero piega a nord-ovest e raggiunge in breve Portella dello Spagnolo ove è l'incrocio con il sentiero 914 che a destra scende a Case San Filippo e quindi a Bivona, mentre a sinistra discende la Valle Grande in direzione nord (Vedi il percorso 11). Volendo proseguire sulle cresta inizia il sentiero 918 che collega Pizzo San Filippo m1352 e Monte Scuro m1304 per poi scendere a nord ricongiungendosi con il sentiero 914. Difficoltà: EE. Considerando la lunghezza del percorso si consiglia pernottamento intermedio o partenze intermedie.
10 Palazzo Adriano – Prizzi (ciclistico) e Molino Cesareo - Castellaccio (pedonale)
Numerazione Sentiero: 917 e 535; Lunghezza: km8,1; Dislivello: m185⇩, m385⇧; Tempi di percorrenza: 3-4 ore; Località attraversate: Mulino Cesareo m520 e Mulino di Sotto m560; Partenze: Piazza di Palazzo Adriano m700, Periferia sud di Prizzi (la Stradina selciata che scende al cimitero); Partenze intermedie: Fontana Grande m780, Casa Sala m513 pressi Ponte Grande sul Fiume Sosio sulla SS188.
Descrizione: Dalla Piazza di Palazzo Adriano (Piazza Umberto I) puntare dritto a nord (Via Ciaccio e via Parpaglione) verso il Fiume Sosio su una pista sterrata che attraversa in più punti la statale per Bisacquino. La pista guada il fiume ad est di Ponte Grande (il ponte sulla statale) e incontra una stradina asfaltata che punta ad est nordest e incontra in successione il Molino Cesareo m520, il Mulino di Sotto m560 e l'Abbeveratoio monumentale Fontana Grande m780. Dal Mulino di Sotto parte verso nord una bretella pedonale, sentiero 535, molto interessante: la “scala” per il Castellaccio sulla RT 79 che incontra i ruderi del Mulino della Scala m556 e della cappella Madonna della Scala m588 per poi salire su antica mulattiera al borgo abbandonato del Castellaccio m796. Il sentiero 917, dall'abbeveratoio Fontana Grande, prosegue a nordest su sterrata fino al cimitero di Prizzi per poi puntare a nord in direzione dell'abitato su stradina in parte selciata. Sempre da Fontana Grande m780, a destra, si stacca il sentiero 913 che porta ad Hippana (vedi itinerario 11) Difficoltà: T.
11 Bivona – Monte Scuro –Filaga- Pizzo Potorno - Prizzi
Numerazione Sentiero: 914, 913, 917; Lunghezza: km18,2; Dislivello: m842⇧, m705⇩, m200⇧, m120⇩, m180⇧; Tempi di percorrenza: 7-8 ore; Località attraversate: Bivona m570, Portella dello Spagnolo m1275, Pizzo San Filippo m1352, Monte Scuro m1304, Potorno, Sorgente di Monte Scuro m674, Fiume Sosio, Montagna dei Cavalli (Hippana) m825, Prizzi m900; Rifugi: Rifugio Acque Bianche m1100 (raggiungibile da Case S. Filippo m1000 su sterrata forestale), Casa Catera m940 (sul sentiero 910 per S.Stefano Quisquina); Partenze: Bivona, a nord dell'abitato sulla ferrovia dismessa nei pressi del Tracomatosario (il tabellone della sentieristica è collocato in c/da Cappuccini), Prizzi, piazzetta-giardino alla periferia sud, dove è collocato il tabellone della sentieristica. Partenze intermedie: Filaga: dall'abbeveratoio sulla RT 540, nei pressi della ferrovia dismessa m824 il sentiero 913 scende alla Sorgente di Montescuro m674, abbeveratoio di quota m1082 ad ovest di Pizzo Catera raggiungibile su strada carrabile dal km71,6 della SS118, Rifugio Acque Bianche m1100 per le Case S. Filippo.
Descrizione: Il percorso inizia in C/da Paratore a nord dell'abitato di Bivona dove è una fontana di bronzo ed il vecchio mulino. La strada è inizialmente selciata, ma termina subito su una stradina asfaltata, seguendo questa a sinistra se ne incontra subito un'altra (girare a destra) che porta ancora a nord fino ai confini del demanio forestale. Una sterrata attraversa il demanio inizialmente verso ovest e poi fa tornante e termina in sentiero. Il sentiero aggira a destra e supera il Pizzo di Naso m965 (un breve tratto di questo percorso è su terreno naturale e roccioso e occorre seguire con attenzione il segnavia bianco-rosso). Superato il pizzo una pista punta a nordest verso Contrada Chiesa, incontrando un abbeveratoio ed un cancello (solitamente aperto). Poi un sterrata porta a nord fino alle Case S. Filippo m1000. Dalle Case S. Filippo si stacca a destra il sentiero 910 per Pizzo Catera e Casa Catera (Rifugio forestale). Mentre il sentiero 914, prosegue puntando ad est sui pascoli e poi a nord dove incontra una sterrata forestale adiacente al demanio. Procedendo su questa verso ovest si incontra a sinistra un evidente sentiero che risale il ripido versante fino alla Portella dello Spagnolo. Sulla cresta si incrocia il sentiero 916 che viene da Monte Rose e il sentiero 918 che prosegue in cresta verso Monte Scuro per poi ricongiungersi in basso al sentiero 914. Dalla Portella il sentiero 914 scende nella splendida Valle Grande, uno dei luoghi meglio conservati dell'intero comprensorio sicano, e raggiunge la strada sterrata. Prima a destra e al bivio successivo a sinistra si scende rapidamente ai piedi di Pizzo Potorno circondato da lecceto. Occorre aggirare a destra il Pizzo Potorno inizialmente su stradina fino ad un rifugio forestale e poi su sentiero fino alle Sorgenti di Monte Scuro. Alle sorgenti Montescuro si lascia a destra la strada sterrata (che procede in quel punto verso ovest a sud di M. D'Indisi, lungo il torrente Montescuro), guadare il fiume (guado stagionalmente difficoltoso) e proseguire sul versante destro a fianco del Fiume Sosio su uno stretto sentierino. Il sentierino poi si immette in una strada forestale che procede sempre parallelamente al fiume e poi risale a tornanti il versante meridionale della Montagna dei Cavalli (Hippana). Giunti quasi al punto più alto della sterrata occorre lasciarla per scendere a sinistra su un sentiero che punta a nord, scende alla ferrovia dismessa (ne segue un tratto di circa m600), poi attraversa la strada statale e sale all'abbeveratoio Fontana Grande. Da qui, come descritto, il sentiero 917 porta a Prizzi. Difficoltà: EE.
12 Prizzi – M. Carcaci – Riena
Numerazione Sentiero: 912, 903; Lunghezza: km12,3; Dislivello: m200⇩, m489⇧, m341⇩; Tempi di percorrenza: 4-5 ore; Località attraversate: Prizzi, RNO M.Carcaci; Rifugi: Pagliaio Grande m1025, Pagliaio Piccolo m975, Rifugio delle Eriche m842; Partenze: Prizzi (periferia sud), Riena; Partenze intermedie: Ingresso RNO M.Carcaci, Km146 SS188;
Descrizione: Da Prizzi, dalla piazza-giardino alla periferia sud dell'abitato, seguire la strada tra due filari di lecci che scende in direzione est (è la strada principale che sale a Prizzi, via Libertà, via S. Pertini), costeggia a sud il Cozzo Filati e scende a nord-ovest fino alla RT 21 (strada sterrata) sulla quale si procede verso sud-ovest. La trazzera incrocia poco più avanti un'altra trazzera (TR 77) che in poco più di un chilometro scende al torrente. Si prosegue ancora per circa km1 verso est lasciando il torrente alla propria destra fino ad un guado. Dall'altro lato è una sterrata forestale confinante con la riserva di M. Carcaci. Guadando e girando a sinistra verso ovest si inizia a salire sulla cresta ovest di monte Carcaci all'interno di un fitto lecceto. A quota m842 il sentiero incontra il Rifugio delle Eriche e procede nel fitto lecceto fino ad incontrare il gomito della sterrata forestale che a destra sale alla torretta antincendio, nei pressi della cima e a sinistra scende ai rifugi Pagliaio Grande e Pagliaio Piccolo. Dalla torretta antincendio si scende ad est lasciando subito la sterrata e procedendo per cresta, su terreno naturale fino a Pizzo Voturo m1103. Dalla sella poco oltre il sentiero 903 scende a sinistra rapidamente a Riena oppure a destra sulla SS 188 (vedi percorso 13); Difficoltà: EE; il percorso di cresta di Monte Carcaci è consigliato ad escursionisti con esperienza.
13 Riena – Serra del Leone- S.Stefano Quisquina
Numerazione Sentiero: 903; Lunghezza: km15,1; Dislivello: m 210⇧, m170⇩, m426⇧, m616⇩; Tempi di percorrenza: 5-6 ore; Località attraversate: Serra del Leone m1316; Partenze: Borgo di Riena, via Catena di S. Stefano Q. Partenze intermedie: dal casello ferroviario dismesso m880, da Portella dell'Olmo m1013, da Cozzo Confessionario m1000.
Descrizione: Il sentiero 903 inizia tra gli edifici del minuscolo borgo di Riena m848 e i primi due chilometri del tracciato scavalcano la cresta orientale di Cozzo Voturo e portano a sud sulla SS188 in corrispondenza del casello ferroviario dismesso m880. Sul punto più alto di questo tratto m1050, a circa metà percorso, è il bivio a destra con il sentiero 912 per Monte Carcaci e Prizzi. E' consigliata una piccola deviazione dal sentiero per osservare lo Stagno Carcaciotto, distante circa m500 dal sentiero. Dal casello ferroviario il sentiero sale tra campi e pascoli in direzione sudovest fino alla Portella dell'Olmo m1013. Alla portella è ancora un bivio: dritto a sud-sudest, sulla strada carrozzabile e poi a sinistra su sterrata forestale si costeggia il rilievo del Piano di Fieravecchia per scendere alla diga del Fanaco (sentiero 907), a destra, dietro un cancello di ferro, una sterrata forestale sale a tornanti fino alla cresta di Serra la Frattasa che è contigua alla Serra del Leone, rilievo allungato nord-sud, m1319, panoramico ad ovest sul Lago Pian del Leone e ad est sul Lago Fanaco. Dalla sella alla base di Cozzo Stagnataro, m1346, ultima e più alta cima della Serra, il sentiero scende sul versante occidentale, aggira a nord il Cozzo Confessionario e scende a S. Stefano Quisquina (m732). All'uscita dal demanio forestale è ancora un bivio a sinistra, con il sentiero 915 (percorso 16 Castronovo di Sicilia) e il 925 per l'eremo della Quisquina. Difficoltà: E
14 S. Stefano Quisquina - Pizzo Catera - Bivona
Numerazione Sentiero: 903, 910, 914; Lunghezza: km13.4; Dislivello: m475⇧, m660⇩; Tempi di percorrenza: 4-5 ore; Località attraversate: S. Stefano Q. m732, Serra Mannerazze m 1006, Portella Cicala m980, Pizzo Catera m1192, Case S. Filippo m1000, Pizzo di Naso m965, Bivona 530; Rifugi: Case Catera m952; Partenze: Bivona, a nord dell'abitato sulla ferrovia dismessa nei pressi del Tracomatosario; Partenze intermedie: da Case Catera, dal km 72 della SS118 m922, dall'abbeveratoio di quota 1082 in contrada S. Filippo.
Descrizione: Il sentiero 903 percorre via Catena (tabellone della Sentieristica), attraversa la SS118 per imboccare una sterrata corrispondente al tracciato della RT 595 che sale in direzione nord fino a quota m922, km72 della statale, alla destra del rilievo allungato Serra Mannerazze. Il sentiero 903 continua a nord per il Cozzo Confessionario (vedi itinerario 13) mentre il sentiero 910 inizia con un bivio a sinistra (ovest) e una sterrata che attraversa l'ex sede ferroviaria ed entra nel demanio. Un ulteriore bivio a sinistra, pochissimo dopo, conduce ad una pista inerbita, per la prima metà in leggera discesa, che costeggia a sud la Serra Mannerazze e poi in leggera salita, sempre in direzione ovest, fino alla Portella Cicala m908. Dalla Portella, che è un'ampia radura ondulata, si continua verso ovest seguendo la pista forestale che entra in pineta e sale a tornanti sul Pizzo Catera. A quota m945, a destra, è il bivio (909) che in circa km1 scende al rifugio Casa Catera. Proseguendo a salire invece si raggiunge facilmente la cima di Pizzo Catera, che in primavera è un tappeto fiorito (soprattutto Iris ssp.). Dalla cima (torretta antincendio) si individua facilmente il percorso di discesa, a gomito, che corre parallelo alla cresta ovest di Pizzo Catera in direzione dell'imponente catena di rilievi Monte Pernice, Pizzo San Filippo e Monte Scuro. Poi il percorso devia a sud-ovest verso le Case S.Filippo passando dall'abbeveratoio di quota m1082 ai piedi di Pizzo S. Filippo. Alle Case S. Filippo si incontra il sentiero 914 che a destra sale a Portella dello Spagnolo e a sinistra scende a Bivona (vedi itinerari 9 e 11). Difficoltà: E.
15 S.Stefano Quisquina - Cammarata
Numerazione Sentiero: 901; Lunghezza: km21,5; Dislivello: m375⇧, m115⇩, m320⇧, m530⇩; Tempi di percorrenza: 6-7 ore; Località attraversate: Serra Quisquina m1152, Portella dei Daini m1050 (tra Gargiuffè m1271 e Pizzo della Rondine m1246), Portella della Venere m1277 (tra Monte Gemini m1397 e Monte Cammarata m1578; Rifugi: Casa Ciccarelli m1050 a sud di M. Cammarata; Rifugio Cammarata m1302 ad est della cima omonima; Partenze: Via Catena di S. Stefano Quisquina m750, Belvedere di Cammarata m850. Partenze intermedie: Santuario della Quisquina m986, Cozzo Minavento m967 (km21 della statale S. Stefano Q. - Cammarata), Fonte Luce di Luna m990 (km29 della Statale S. Stefano Q. - Cammarata), Primo Rifugio m1130 versante orientale di M. Cammarata.
Descrizione: Da via Catena a S. Stefano Q. si percorre per intero l'abitato verso sud. Appena fuori dal paese, si trova la R.T.600 che procede in salita in direzione est, attraversa la curva a gomito della statale e prosegue su sterrata fino alla sella di quota m966, allineata con la cresta arrotondata est-ovest della Serra Quisquina. Dalla sella si accede ad un terreno privato attraverso un cancello sulla destra (socchiuso perché il proprietario ha autorizzato il transito agli escursionisti), si sale su sentiero inerbito in direzione est e si raggiunge la cresta della Serra Quisquina. Percorrendo la cresta si incontrano alcuni pagliai e un bivio a sinistra (quota m1070) che scende su sentiero al Santuario della Quisquina. Poco dopo il bivio si incontra la strada asfaltata che sale dal versante sud. Percorrendo m200 di questa strada in discesa si incontra a sinistra il sentiero forestale che scende alle pendici settentrionali di cozzo Minavento. Attraversata la statale, tra i km 20 e 21, si imbocca il sentiero della riserva che percorre per intero, in leggera salita i versanti settentrionali della catena di rilievi tra Pizzo della Rondine e Monte Gemini, passando dalle selle Portella dei Daini e Portella della Venere. Da quest'ultima il sentiero dapprima scende di m50 e poi percorre in quota il versante settentrionale di Monte Cammarata in direzione est fino ad aggirare la cresta orientale e scendere a tornanti a sud-est fino ad incontrare il sentiero 923, alle spalle del Primo Rifugio. Dal Bivio a destra è possibile salire al Rifugio Cammarata e poi scendere al Rifugio Ciccarelli (sent. 906). Seguendo il sentiero 923 si scende a tornanti fino al Belvedere di Cammarata. Oppure, altro bivio a destra, in paese; Difficoltà: E. Considerando la lunghezza si consiglia di spezzare l'itinerario.
16 Cammarata - Castronovo di Sicilia
Numerazione Sentiero: 901, 923; Lunghezza: km13,1; Dislivello: m190⇧, m200⇩, m135⇧, m490⇩ m200⇧; Tempi di percorrenza: 5-6 ore; Località attraversate: il Bosco, Cozzo Rossino; Partenze: dal Belvedere di Cammarata, m850, sulla provinciale per S. Stefano Q. (km10) dove è collocata anche la bacheca della sentieristica, dal Ponte Vecchio (m450) a sud di Castronovo.
Descrizione: Dal belvedere di Cammarata sulla provinciale, al confine della riserva M. Cammarata inizia il sentiero 923. Una stradina scende ripida dalla strada fino alla RT 21, di cui percorre solo un breve tratto. Il sentiero continua con una interpoderale, inizialmente carrozzabile poi sentiero verso nord ovest con scarso dislivello. Il sentiero attraversa la contrada il bosco, un querceto misto, su una ampia pista erbosa tagliafuoco chiusa tra due recinzioni. Il recinto a monte chiude un'area di ripopolamento faunistico. Seguendo ancora la recinzione a monte il sentiero devia in direzione est e salendo di circa m100 per riprendere poi la direzione nord ovest su sentiero nel bosco senza più recinti. Appena fuori dal bosco si incontra un abbeveratoio ed una masseria ed il sentiero procede sul margine orientale dell'altopiano di Cozzo Rossino e contrada Coste Soprane del Campanaro in un'area di rimboschimento. Al margine nord dell'altopiano il sentiero, quasi sempre su sterrata forestale, scende rapidamente in direzione nord est fino al cancello. Dal cancello una piccola carrozzabile cementata e asfaltata scende ancora in diagonale verso est fino alla strada provinciale tra Cammarata e Castronovo. Attraversata la strada una pista scende al Fiume Platani e procede sulla sponda fino al Ponte Vecchio a sud dell'abitato di Castronovo di Sicilia. Dalla Piazza Di Castronovo il sentiero 904 sale al Cassero. Difficoltà: E.
17 Castronovo di Sicilia – Sella Lupo – Fiume Platani - S. Stefano Quisquina
Numerazione Sentiero: 923, 915, 903; Lunghezza: km19,5; Dislivello: m200⇩, m490⇧, m300⇩, m300⇧, m250⇩; Tempi di percorrenza: 6-7 ore; Località attraversate: Fiume Platani m650, Pizzo Lupo; Partenze: Ponte Vecchio sul Fiume Platani a sud di Castronovo di Sicilia, via Catena di S. Stefano Q.; Partenze intermedie: dalla Sella m965 (sud di Pizzo Lupo), Provinciale Castronovo-S.Stefano pressi Casa Grande m715, Conrada Langusa m930.
Descrizione: Da Castronovo di Sicilia scendere (sentiero 923) al Ponte Vecchio sul fiume Platani senza attraversarlo. Girare piuttosto a destra, sentiero 915, e seguire la stretta strada asfaltata che parte a sinistra, guada il fiume Platani e si porta alla base del vallone Cacugliommero. Una sterrata a sinistra risale il vallone, caratterizzato da rimboschimenti misti. Dopo avere superato un'area di cava e alcune fattorie si raggiunge la sella di quota m965 a sud di Pizzo Lupo (bivio con il sentiero 907 che sale al pizzo). Dalla sella una pista forestale (sentiero 915) discende a tornanti il versante occidentale rimboschito fino al fiume Platani. Dopo il ponte e l'attraversamento della provinciale Castronovo-S.Stefano, una sterrata sale alla Masseria Casa Grande e procede a salire sempre in direzione sud-est fino alla Contrada Langusa a sud di Cozzo Stagnataro. Qui è il bivio con il sentiero 925 che attraversa la provinciale, scende in direzione sud e risale al Santuario della Quisquina. Il sentiero 915, invece gira verso nord-est, incontra il sentiero 903 che scende da Cozzo Stagnataro e procede per l'abitato di S. Stefano di Quisquina aggirando il Cozzo Confessionario; Difficoltà: E. Tenendo conto della lunghezza si consiglia di usare le partenze intermedie. Il percorso intero è consigliato per il cicloturismo.
18 Castronovo di Sicilia – Pizzo Lupo - Piano della Fieravecchia – Riena
Numerazione Sentiero: 923, 915, 907, 903; Lunghezza: km23,1; Dislivello: m435⇧, m395⇩ m310⇧, m120⇩, m170⇧, m210⇩; Tempi di percorrenza: 7-8 ore; Località attraversate: Castronovo di Sicilia m660, Pizzo Lupo m1093, Diga Fanaco m700, Piano della Fieravecchia m1010, Portella dell’Olmo m1014, SS118 m893, Cozzo Voturo m1060, Riena m850; Partenze: Piazza di Castronovo di Sicilia; Partenze intermedie: Bivio per la Diga Fanaco sulla provinciale tra Castronovo e S.Stefano Q., sia in direzione Pizzo Lupo sia in direzione Fieravecchia, da Portella dell'Olmo (raggiungibile con la RT 21 recentemente asfaltata), Casello ferroviario dismesso sulla SS188.
Descrizione: come per l'itinerario 17 per il tratto dal Ponte Vecchio fino alla cresta di Pizzo Lupo. Da qui per cresta su sentiero e a tratti su strada sterrata, si sale sulla cima di Pizzo Lupo. Si attraversa la cresta panoramica su sentiero tra le rocce e si scende tra splendidi paesaggi fino ad i incontrare ancora un sentiero che si stacca a destra e scende nel lecceto del versante settentrionale a zig zag fino al Fiume Platani. Il guado è a valle della Diga Fanaco. Dopo il guado il sentiero aggira ad ovest Cozzo Fanaco (sulla RT 636) e raggiunge la stradina di accesso alla diga che porta alla strada Provinciale. Sulla Provinciale girare a destra e percorrere un breve tratto in direzione di Castronovo per girare a sinistra appena dentro al confine del demanio forestale di Fieravecchia. Il sentiero inizialmente è parallelo al confine del demanio, in area boscata, poi inizia a salire più decisamente a tornanti fino ad incontrare una pista sterrata. Questa sterrata a destra scende ad una casermetta forestale, a sinistra sale a Portella dell'Olmo. Da quest'ultima, per raggiungere Riena, si deve scendere su incolti in direzione nordest, attraversare la strada statale in corrispondenza del casello ferroviario e infine scavalcare il Cozzo Voturo (come descritto per l'itinerario 13). Difficoltà: EE. La lunghezza rende il percorso impegnativo per l'escursionismo ed è necessario spezzare l'itinerario con le partenze intermedie. I mountainbiker potranno ricorrere alle piste forestali per aggirare tratti esclusivamente pedonali come la cresta di Pizzo Lupo.
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Legenda: T = Turistico, E = Escursionistico, EE = per Escursionisti esperti, ⇩= in discesa,⇧= in salita. I toponimi delle descrizioni si riferiscono alla Carta IGM 1:25.000. Materiale informativo e aggiornamenti al sito www.terresicane.net; Si può richiedere all'Azienda Foreste copia della carta escursionistica in scala 1:25.000.
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Progetto Escursionismo nei Sicani: Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali via Libertà, 97 Palermo. Progettazione: Salvatore Antinoro, Francesca Orlando, Marta Terranova. Direzione lavori: Crispino Alongi, Filippo Castiglia; Finanziato da: Assessorato Turismo, D.D.G. n° 1893/A2 del 30.11.2006, in ambito del Progetto interregionale “Turismo Verde” di sviluppo del sistema turistico ex art.5 c.5 L. 135/2001 GURS 24/12/2004. Comuni interessati: Sambuca di Sicilia, Bisacquino, Giuliana, Contessa Entellina, Burgio, Bivona, S.Stefano Quisquina, Palazzo Adriano, Chiusa Sclafani, Cammarata, Castronovo di Sicilia, Prizzi. Rete sentieristica Sicana: Progettazione e realizzazione: Cooperativa Artemisia via Serradifalco, 119 Palermo. Cartografia GIS: Giuseppe Ippolito. Ricerca bibliografica, sopralluoghi, documentazione fotografica, redazione testi, posa segnaletica: Giuseppe Casamento, Luigia Di Gennaro, Eduardo Di Trapani, Francesco Di Trapani, Giuseppe Ippolito, Alberto Mannino, Giovanni Mineo, Calogero Muscarella, Azzurra Tramonti. Integrazione e manutenzione segnaletica: Distaccamenti forestali di Palermo e Agrigento. Forniture e artigianato: Legnopiù Palermo, Rentpoint Palermo, Laboratorio Zen Palermo, ferramenta e colori di Castronovo di sicilia, S. Giovanni Gemini e S.Stefano Q., Publiposter Palermo, Arredamenti Mineo Bagheria, Nadir s.n.c. Palermo. Ringraziamenti: Miranda Cipolla, Girolamo Lombardo (AAPIT Palermo), Filippo Cognata, Ciro Coscino (Azienda Foreste) Andrea Borruso (Nadir s.n.c. Palermo), Lupo Pietro studio grafico, Illuminata Profeta (T.R.I.P.S. Palazzo Adriano), Giovanni Condorelli (Club Alpino Italiano).
indice; sicani; carta escursionistica;
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artemisianet; Artemisia (indice)