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Ipotesi sui Corridoi ecologici

La rinaturazione è quella serie di operazioni di risanamento ambientale che, con l'impianto di vegetazione e con la riduzione delle cause di degrado, favoriscono il reinstaurarsi di relazioni ecologiche in quelle aree oggi fortemente degradate. Si tratta di ricreare, dove possibile, un ambiente di nuovo ospitale per la flora e per la fauna autoctona, riducendo così l'isolamento geografico di quelle poche aree in cui esiste ancora oggi un sistema ecologico sufficientemente complesso. Si prevede lo studio naturalistico dell'area e la progettazione degli interventi, presupponendo, tra l'altro, anche la creazione e gestione di un vivaio per le piante autoctone. La finalità dell'intervento è che si instauri quel lentissimo processo naturale di evoluzione verso il climax senza la necessità di interventi successivi. Non solo quindi proteggere quello che è rimasto, ma espandere le aree naturalisticamente complesse e collegarle fra loro con dei corridoi verdi, il più delle volte l'intervento sarà di semplice tutela da ulteriori manomissioni in attesa che la natura si riappropri lentamente del territorio. Non confinare la natura in un arcipelago di piccole oasi, ma costituire una  rete che sia accogliente per l'uomo e per tutte le altre specie.

Stralci dal progetto per i Corridoi Verdi:

Introduzione:

Una delle emergenze ambientali più dibattute in questi ultimi anni è stata la ricerca delle misure per la salvaguardia della biodiversità che è in costante riduzione in tutto il mondo. In questo filone si vuole inseriscono i progetti sui corridoi verdi. Riteniamo possibile e indispensabile oggi, ancora più che ieri, affiancare alle iniziative che tendono ad uno sviluppo sociale ed economico del territorio una parallela opera di recupero e ripristino ambientale in modo da consentire l'instaurarsi di un equilibrio sostenibile. Abbiamo già molti esempi europei e italiani di intervento in questa direzione, con progetti di restauro ambientale che hanno la duplice funzione di favorire e rafforzare l'esistenza della fauna e della flora europea, e di sostenere indirettamente lo sviluppo del turismo sensibile agli elementi naturalistici, scientifici e culturali. E' possibile creare una rete di territorio che colleghi le aree naturalisticamente significative e agevoli gli scambi biologici tra di esse, utilizzando, valorizzandole, le vie storiche della pastorizia e dell'agricoltura oggi non più in uso. Con la constatazione che il territorio italiano è, in Europa, quello con la maggiore varietà di ambienti e quindi con la maggiore biodiversità, è auspicabile che questa sia in ogni modo difesa e sostenuta.
Il progetto interviene principalmente su suolo pubblico e prevede un vincolo di tutela da qualsiasi azione degradante per quei tratti che interessano le regie trazzere o altre antiche vie di comunicazione, il mantenimento o il ripristino della percorribilità pedonale per il turismo escursionistico ed equestre a costituire una rete di collegamento alternativa all'auto, a bassa, tra le riserve naturali. Le tecniche di restauro si limiteranno al ripristino ove presenti delle antiche selciature e all'intervento di rinaturalizzazione, secondo le modalità indicate nel seguito, limitatamente a quelle aree di particolare degrado. Localmente, sotto la supervisione di geobotanici e zoologi dell'università di Palermo, si potranno utilizzerà siepi di arbusti mediterranei e alberature pioniere che potranno interessare la sede trazzerale esterna a quella transitabile.


Linee guida:
Uno dei principali fattori di degrado ambientale e di impoverimento della biodiversità è l'isolamento geografico di quelle aree che mantengono caratteristiche ambientali tali da consentire il permanere di un principio di catena alimentare e di relazioni ecologiche. Dette aree sono rimaste isolate, circondate da campi coltivati o deserti naturalistici, per cui sono più difficili gli scambi genetici tra vegetali o animali che sopravvivono in aree distanti. Non esistono più, in Sicilia, estesi e continui ambienti naturali, indispensabili alla vita equilibrata di flora e fauna. Anche nelle aree boscate, già di per se troppo limitate, sono preponderanti quelle attività che riducono continuamente le potenzialità di sviluppo verso un ecosistema ricco e complesso. Il nostro progetto vuole favorire la comunicazione biologica tra quelle aree che oggi godono di relativa protezione ambientale, tramite la creazione di strisce il più possibile continue di territorio vegetato, utilizzando soprattutto quelle porzioni di suolo pubblico non più in uso come le regie trazzere, i relitti trazzerali, ma anche suolo privato previo accordo con i proprietari. Si potrebbe cominciare ad esempio con il rinaturalizzare le fasce di territorio parallele o adiacenti al Sentiero Italia che insiste quasi sempre su suolo pubblico. ha il pregio di coprire grandi distanze ed essendo destinato comunque all'uso turistico ha, in alcuni tratti molto degradati, la necessità di un recupero ambientale. I corridoi verdi hanno la funzione di rendere meno netto il confine tra le aree verdi e boscate e le aree antropizzate e agricole creando una rete di intersezioni che favoriscono la convivenza e il reciproco vantaggio dell'uomo e della natura. E' chiaro che detti corridoi verdi non devono essere semplici aree alberate ripulite dal sottobosco neutre nei confronti dell'ambiente e inospitali e sterili, devono invece essere costituiti da cenosi vegetali di rifugio e nutrimento per la fauna quindi ospitare alberi e arbusti che offrano riparo e cibo ai piccoli vertebrati: uccelli insettivori e granivori, rettili e micromammiferi, e di conseguenza agli animali che di essi si nutrono: piccoli e medi predatori, uccelli rapaci, felidi, mustelidi, canidi etc. Si procederà ad uno studio preventivo interdisciplinare atto a documentare l'ecosistema presente, le caratteristiche ambientali e quindi a progettare l'intervento. Per la rinaturazione si privilegeranno quelle specie già presenti nei dintorni, o in biotopi meglio conservati con le stesse caratteristiche fisiche, che costituiscono il più delle volte il residuo della comunità vegetale originaria eliminata nel passato per usi antropici del suolo. Si dovranno individuare e scegliere, le piante pioniere che devono essere in grado di sopravvivere su terreni impoveriti ed esposti con forte irraggiamento solare dovuto all'assenza di copertura arborea, siccità prolungata nel periodo estivo, sbalzi di temperatura, chimismo alterato del suolo, ecc.. Immediatamente dopo si dovrà procedere all'impianto di specie che abbiano alto valore ecologico: abbondante produzione di bacche, di frutti o di semi e che nello stesso tempo instaurino o agevolino quel processo di ricrescita di vegetazione spontanea senza ulteriori interventi umani, prendendo la strada, dove possibile, di quel lentissimo processo naturale che porta allo status di "climax" locale.

Importanza della Rinaturazione e il ruolo di Artemisia
Artemisia vuole stimolare e indirizzare gli enti pubblici e privati verso azioni di recupero ambientale e di difesa dell'ecosistema. Con questa pagina vuole invitare a parlare del problema tutte le realtà: enti, associazioni e privati che vorranno contribuire alla sua riuscita.

metodo di lavoro per lo studio dell'area:
Parte naturalistica
Il territorio viene suddiviso in piccole aree omogenee, per quanto possibile, dal punto di vista ambientale. Su ognuna di queste viene svolto uno studio approfondito, interdisciplinare, atto a classificare il biotopo e la relativa biocenosi. Questa classificazione si baserà sia sulla quota e l'esposizione del luogo che sull'elenco delle specie vegetali e animali presenti. Trattandosi di aree molto degradate e impoverite a causa soprattutto della forte antropizzazione, del pascolo, intenso, della monocoltura o dall'eccessiva frequenza degli incendi , per la classificazione del biotopo si procederà per confronto con aree meglio conservate con le stesse caratteristiche geografiche, fisiche, chimiche ecc. . Nello sviluppo dei lavori si potranno individuare quegli elementi guida che caratterizzano un biotopo. Questo dovrebbe consentire una loro più agevole individuazione e accelerare le fasi successive della ricerca. Si possono, ad esempio, individuare le piante che occupano un areale le cui caratteristiche fisiche e chimiche siano ben definite e possono quindi essere usate quali specie guida nella individuazione di un biotopo. Nel seguito è un elenco delle operazioni fondamentali dello studio preventivo sulle quali si baserà la realizzazione del progetto di rinaturazione.
Procedura:
1. Descrizione geografica generale: quota, esposizione, venti dominanti, precipitazioni medie stagionali, temperature, uso antropico, pascolo, litologia ecc. La maggior parte di questi dati sono reperibili in pubblicazioni e carte tematiche redatte dall'università.
2. Censimento delle specie vegetali. Il riconoscimento delle specie può essere effettuato sul campo dai botanici o dai naturalisti con l'ausilio delle pubblicazioni tassonomiche universitarie (ad esempio il Pignatti). Si dovrà tenere conto delle specie a breve ciclo biologico, limitato ad esempio alla stagione umida, e quindi effettuare più sopralluoghi in tempi diversi. Questo studio ha per scopo l'individuazione dello spettro corologico dell'area che diventa caratteristica classificativa del biotopo.
3. Censimento delle specie animali presenti. Nella maggior parte dei casi, operando in aree estremamente degradate, si tratta di individuare essenzialmente la fauna stanziale, l'entomofauna, . Si procederà poi ad occuparsi dell'auto- e della sinecologia delle specie, delle popolazioni e delle comunità prese in esame; quindi le loro relazioni con i vegetali presenti e con altra fauna di passaggio.
4. Relazioni ecologiche e cicli stagionali. Occorre ricostruire la catena energetica e le relazioni ecologiche. Questi elementi serviranno a valutare l'impatto ambientale della reintroduzione di specie vegetali da tempo scomparse all'avvio dell'intervento di rinaturazione. Il monitoraggio dovrà essere protratto per almeno un anno solare.
5. Parametri chimici e fisici: pH, composizione e tessitura del suolo, umidità, ecc. Studi più approfonditi si renderanno necessari dove non sia possibile, con analisi più superficiali, individuare il biotopo. Oppure in quei casi in cui non si riesce ad individuare in altro modo le cause del degrado.
6. Ricostruzione teorica del Climax; Si procederà per confronto tra i dati e i parametri raccolti sul luogo da rinaturare ed i dati e i parametri di ecosistemi locali meglio conservati. Una volta individuato come si presenterebbe quel luogo in assenza dei fattori limitanti, si potrà procedere alla ricostruzione teorica del climax. La ricostruzione di questo ambiente, o quantomeno innescare il processo naturale che riporti al climax è l'obbiettivo principale di tutto lo studio.
7. Analisi degli Elementi che impediscono la ricrescita della vegetazione spontanea o l'evoluzione verso il climax. Importante evitare di intervenire dove non è possibile isolare i fattori antropici. A questo scopo si escluderanno dai programmi di rinaturazione quelle aree che hanno ancora un uso antropico inalienabile e si privilegeranno quelle zone, anche fortemente degradate, adiacenti alle aree urbane, al bordo delle strade, nei relitti trazzerali che non sono in alcun modo in uso.
8. Progetto di intervento: Scelta delle specie arboree e arbustive ad alto valore ecologico, protezione dagli elementi di disturbo. E' la progettazione vera e propria dell'intervento che tiene conto dell'esistente e cerca di neutralizzare o attenuare quegli elementi che impediscono l'evoluzione naturale verso il climax. L'intervento può comportare: l'impianto di specie pioniere ad alto valore ecologico, la difesa meccanica del suolo, barriere temporanee per l'attenuazione dell'irraggiamento solare, ecc. L'intervento esclude la reintroduzione di animali anche a costo di creare un bacino Godot*
9. Studio dell'impatto ambientale dell'intervento. Monitoraggio, a scadenze stabilite, delle conseguenze dell'intervento: percentuali di sopravvivenza delle specie introdotte, eventuale espansione delle stesse, comparsa di individui provenienti da comunità adiacenti, e la sua evoluzione o deriva, auto e sinecologia.
Parte beni culturali
1. Studio catastale per l'individuazione del suolo pubblico e stato giuridico Parte da svolgersi con la collaborazione dell'Ufficio Trazzere
2. Riporto delle mappe catastali sul 10.000 Si tratta di creare le carte tecniche necessarie all'avvio dei lavori in modo da avere una guida che indichi in quali aree si può intervenire
3. Monitoraggio dei manufatti[...]
4. Individuazione della viabilità storica:[...]
5. [...]

Parte esecutiva:
In base ai dati raccolti con lo studio preventivo si dovranno elaborare più progetti divisi per aree omogenee

Enti pubblici e privati che possono essere coinvolti nel progetti di rinaturazione:

AZIENDA FORESTE DEMANIALI REGIONE SICILIA: L'Azienda dispone di vivai dislocati in ogni parte della Sicilia e produce piante forestali in prevalenza Quercus ilex, Quercus pubescens, Fraxinus hornus, Pinus halepensis, Cupressus arizonica ecc. Interessanti le pubblicazioni dell'Azienda riguardo biodiversità e vivaistica che illustrano le attuali iniziative per la difesa delle specie autoctone. E' in progetto di dedicare una parte dei vivai alla riproduzione di flora mediterranea e di piante ad alto valore ecologico per la fioritura imponente e i frutti commestibili come il Biancospino e il Perastro il  il Sorbo e il Pruno e il melo selvatico. Inoltre i corridoi verdi attraversano o collegano aree gestite da questo ente che disponendo di uomini e mezzi appropriati diventa l'interlocutore principale per le iniziative volte alla rinaturazione.
UFFICIO SPECIALE PER LE TRAZZERE: L'ufficio gestisce le concessioni ai privali o l'uso pubblico delle Regie trazzere. Si tratta di antichissime vie armentizie per il transito di greggi e mandrie nonché principali strade pubbliche tra città e paesi. Cominciarono ad essere regolamentate da re Federico II di Svevia nel '200, poi dai successivi sovrani e, oggi, dalla Regione Sicilia. Delle regie trazzere rimane ben poco: con il passare del tempo la sempre più evidente riduzione delle attività pastorali ne ha provocato la perdita di funzione, quindi il progressivo restringimento (originariamente erano larghe 18 canne e 2 palmi, equivalenti a circa 38 metri) e la perdita delle tracce. Sono state quindi trasformate in carrozzabili per le automobili, asfaltate, spesso soggette ad abusi di ogni tipo: chiuse, edificate, coltivate, distrutte. Adesso pensiamo di rinaturalizzare i relitti trazzerali, cioè quelle porzioni di regia trazzera rimasti isolati perché tagliati da nuova viabilità o da nuovo uso del territorio, ed eventualmente anche una parte di quei 38 metri di larghezza che le regie trazzere avevano in passato.
DIPARTIMENTO DI SCIENZE BOTANICHE UNIVERSITÀ DI PALERMO: Collabora alla ricerca e consente la consultazione di testi e pubblicazioni relative alla flora mediterranea e ai progetti di risanamento ambientale.
VIVAI: Premessa indispensabile per l'avvio di questa metodologia di intervento sul territorio è la disponibilità di plantule di flora mediterranea. Dovrà predisporsi la creazione di vivai specializzati oppure interessare più centri di produzione di flora, con largo anticipo dall'inizio dei lavori.
AZIENDA AUTONOMA PER L'INCREMENTO TURISTICO DI PALERMO La creazione dei corridoi verdi costituisce imprescindibilmente una forma di valorizzazione del paesaggio e dell'ambiente che ha sicuramente risvolti positivi sull'incremento dell'escursionismo e lo sviluppo del turismo a bassa velocità e a basso impatto. L'azienda ha già in gestione lo sviluppo della rete escursionistica nella provincia di Palermo, e sta finanziando la realizzazione del Sentiero Italia. E' nostro fine affiancare allo sviluppo di una rete sentieristica di fruizione anche il restauro ambientale delle aree attraversate
ASSESSORATO TERRITORIO AMBIENTE: Possibile partner o promotore di iniziative di rinaturazione.
ASSESSORATO BENI CULTURALI E AMBIENTALI: Viene coinvolto con la segnalazione di quelle aree o quei manufatti di interesse storico, culturale ed ambientale che necessitano di vincolo di tutela.
AZIENDA DI AGRICOLTURA BIOLOGICA DI MIMMO GELSI (S. GIUSEPPE JATO):Le aziende agricole private, soprattutto quelle che lavorano nel settore biologico sono interessate a collaborare ai progetti di rinaturazione sia per il ritorno di immagine che per l'eventuale produzione e vendita di plantule pioniere per la realizzazione dei progetti)
EUROMED CARREFOUR: Può collaborare all'individuazione di quei canali di finanziamento che l'Europa riserva a quei progetti che concorrono alla tutela dell'ambiente: life III ambiente
ARTEMISIA PICCOLA COOPERATIVA: La cooperativa si pone come presentatrice dell'idea.
COMUNI: I Comuni sul cui territorio ricadono i progetti di rinaturazione possono collaborare alla individuazione delle porzioni di territorio non destinate ad altro uso dai piani territoriali e rilasciare le relative autorizzazioni, coinvolgere i locali nella realizzazione e soprattutto nella custodia degli interventi.
PROGETTO LIFE III: Presentare il progetto alla comunità europea onde ottenere una percentuale dei finanziamenti

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Progetto pilota


Da Portella della Paglia al Ponte dell'Arcera
Il tratto scelto come esempio è circa parallelo al percorso del Sentiero Italia, non si tratta di intervenire su tutto il tracciato che tutto sommato si presenta in condizioni ambientali non disastrose. Vogliamo intervenire, inizialmente, soltanto in quei segmenti particolarmente degradati e spogli ad esempio il tratto che collega il paese di Piana con il lago omonimo e il versante ovest di Ponte dell'Arcera. E la regia trazzera tra Portella del Garrone ed il frassino in buona parte insiste su terreni forestali e su suolo pubblico. E' l'inizio per collegare con un corridoio verde i monti di Piana degli Albanesi con il Bosco della Ficuzza.
Organizzazione
Pochi privati in questo momento potrebbe avere interesse ad investire nella rinaturazione. SI potrà forse ottenere qualcosa sotto forma di sponsor per il ritorno di immagine da parte di una grossa azienda privata, ma la soluzione più naturale è una convenzione tra Artemisia, presentatrice del progetto, ed una azienda pubblica che ha tra le sue finalità l'ambiente, il territorio, il patrimonio naturalistico e la gestione dei boschi.
Soluzioni possibili:
1. Un Ente pubblico, ad esempio L'Azienda Foreste Demaniali Regione Sicilia, fa suo il progetto di Artemisia e stipula una convenzione di collaborazione con quest'ultima.
2. Artemisia coinvolge le associazioni, il volontariato, i comuni e chiede di volta in volta le autorizzazioni e gli appoggi e i contributi necessari alla realizzazione del progetto, senza fini di lucro.
Legenda della carta tecnica:
Flora esistente
1. Comunità rupestri
2. Comunità delle zone umide
3. Lecceto degradato
4. Comunità dei macereti
5. Sughereto degradato
6. Lembi di macchia ad Euphorbia dendroides
7. Gariga a Palma nana
8. Praterie ad Ampelodesmos mauritanicus
9. Praterie termoxerofile[...]

Artemisia picc.soc.coop.Via Serradifalco, 119 - 90145 Palermo

Tel. e Fax: 0916824488 - 3403380245

Email: artemisianet@tin.it.it

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