... .... SICILIA |
Artemisia |
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di Giovanni. Mineo
La Sicilia è l’isola più grande del Mare
Mediterraneo, situata al centro di questo stesso mare, compresa tra le coste del
nord d’Africa e la penisola italiana dalla quale è separata da uno stretto di
mare, lo Stretto di Messina.
In realtà la Sicilia è l’isola maggiore di un
ampio arcipelago comprendente diverse isole o gruppi di isole che la
circondano: Ustica e il gruppo delle Eolie a nord, le Egadi ad
ovest, a sud troviamo l’isola di Pantelleria, il gruppo delle Pelagie
e l’isola di Malta, la più grande tra queste.
La forma della Sicilia è stata storicamente
assimilata ad un triangolo, da cui l’antico nome di Trinacria.
Volendo però essere geograficamente e geometricamente
più precisi, in realtà la sua forma è approssimativamente più vicina ad un
trapezio isoscele; semmai, possiamo assimilarla ad un triangolo se consideriamo
il prolungamento ideale creato dall’arcipelago delle Egadi.
Considerandola un trapezio isoscele, distinguiamo una
base maggiore che sarebbe la costa orientale (ionica) compresa tra il Capo
Peloro e l’Isola delle Correnti,
una base minore che sarebbe la costa occidentale compresa tra il Capo
San Vito e il Capo Granitola, i due lati obliqui che sarebbero uno la
costa settentrionale (tirrenica) tra il Capo San Vito e il Capo Peloro,
l’altro la costa meridionale (mar d’Africa) tra Capo Granitola e l’Isola
delle Correnti.
Il territorio dell’isola è quasi interamente
occupato da un sistema collinare – montuoso, ad eccezione di limitate aree
pianeggianti presenti lungo le coste ed i tratti terminali dei fiumi: la
maggiore di queste pianure è la Piana di Catania.
Nell’esteso sistema collinare montano, noi
distinguiamo essenzialmente due assi spartiacque principali e un vulcano di 3300
metri, l’Etna, che fa sistema a sé.
Il primo di questi due assi spartiacque è quello che
attraversa tutta l’isola in senso est-ovest, da Capo Peloro a Capo San Vito:
è inserito, in successione e continuità da est verso ovest, nei gruppi
orografici dei Peloritani, dei Nebrodi, delle Madonie, dei Sicani,
dei Monti di Palermo e in ultimo dei Monti di Trapani. La dorsale
spartiacque è abbastanza evidente ed identificabile dai Peloritani alle Madonie,
tratto in cui corre parallela e vicina alla
costa tirrenica e in cui rappresenta la diretta prosecuzione della dorsale
appenninica italiana. Nebrodi e
Madonie sono i gruppi montuosi con le cime più elevate dell’isola (escludendo
l’Etna) che sfiorano i 2000 metri di altitudine.
Dai Monti Sicani ai Monti di Trapani, invece, la
dorsale è meno evidente per la natura molto frammentata di questi gruppi
orografici e perché non sempre coincide con le vette più alte; in più si
piega a formare una sorta di “S” coricata che alterna tratti dove si
allontana dalla costa tirrenica ad altri dove si avvicina alla stessa.
Il
secondo asse spartiacque si separa dal primo e si estende in direzione sud-est
dalle Madonie fino nei pressi della punta sud-orientale dell’isola: è
inserito nei gruppi orografici dei Monti Erei e dei Monti Iblei.
La dorsale non sempre è ben evidente per la frammentarietà dei gruppi
orografici, principalmente degli Erei.
Il sistema dei due assi spartiacque e la loro
conformazione determina la suddivisione dell’isola in quattro versanti
idrografici, tanti quante sono le linee costiere: il versante nord o tirrenico, il versante est o ionico, il
versante sud o del canale di Sicilia o del mar d’Africa,
il versante ovest tra il mar Tirreno e il canale di Sicilia.
Il sistema idrografico siciliano è in realtà un
sistema a carattere torrentizio e ciò per diverse cause:
1) ci troviamo pur sempre in un’isola con montagne vicino il mare e con
bacini idrografici limitati, 2)
il clima qui presente è di tipo mediterraneo, particolarmente siccitoso
d’estate e tendente sempre più all’arido,
3) l’acqua che scorre nei principali fiumi è raccolta a monte in una
miriade di laghi, condotte e serbatoi artificiali per far fronte alla sete di
uomini e campi coltivati.
I maggiori bacini idrografici si trovano nel versante
sud e in quello est e ciò perché i due assi spartiacque principali si
mantengono quasi sempre distanti dalla costa meridionale ed orientale: nel
versante sud il Platani, il Belice e il Salso, in quello
est il Simeto che è il più ampio e lungo di Sicilia e i cui sedimenti
alluvionali, assieme a quelli di affluenti e del vicino San Leonardo,
hanno formato la stessa Piana di Catania. Nella Piana è presente anche
il più esteso lago di Sicilia, il Biviere di Lentini, ciò che rimane di
quella che fu la più vasta area umida naturale dell’isola, col tempo
bonificata e artificializzata.
Limitati ed effimeri gli altri laghi naturali:
rimangono alcune zone umide lungo le coste e piccoli laghetti sui Monti Nebrodi,
poi il Lago di Pergusa al centro della Sicilia nei Monti Erei che, tra
quelli naturali, è il più esteso.
La qualità ambientale e naturalistica della Sicilia
oggi non sempre è tra le migliori. Isola
dalla lunga e stratificata frequentazione umana, è stata sempre al centro di
traffici, commerci, immigrazioni che l’hanno intensamente sfruttata nelle sue
risorse. Densamente abitata, la Sicilia ha una buona parte del suo territorio
urbanizzato, principalmente le fasce costiere. Tre i maggiori poli urbani: Palermo,
Catania e Messina. Il paesaggio urbanizzato, tra l’altro
cresciuto in modo caotico e sregolato, si divide tra
grandi città, grossi centri rurali sparsi ovunque, una rete stradale che
è tra le più estese e capillari d’Italia ed un’infinità di agglomerati
costieri indefinibili simbolo dell’abusivismo e dell’inutile.
Tutto ciò crea non pochi problemi di inquinamento, smaltimento di
rifiuti, impoverimento paesaggistico. Ciò nonostante, bisogna pur dire che i
paesaggi che ancora oggi dominano in Sicilia sono tre: i paesaggi agricolo, il
paesaggio
pastorale,presenti soprattutto nelle aree interne, e quello marinaro lungo le coste e nelle isole minori. Queste tre identità
culturali, legate profondamente al territorio ed alla sua storia, rappresentano
in fondo la vera “naturalità” di Sicilia. Infatti, i sistemi definibili
realmente naturali sono oramai davvero esigui.
I cosiddetti parchi e riserve naturali hanno nell’isola una storia
recente ed in ogni caso si tratta di ridotti sistemi semi-naturali
profondamente antropizzati e isolati tra loro.
Qui si propone una zonizzazione della Sicilia che tiene
conto delle sue caratteristiche propriamente geografiche, in particolare
dell’articolato sistema orografico ed idrografico.
Innanzitutto possiamo distinguere con sufficiente
approssimazione tre fasce di orientamento:
·
Sicilia orientale,
delimitata dalle vallate del fiume Pollina nel versante nord e del fiume
Salso o Imera Meridionale nel versante sud. Comprende i gruppi
orografici dei Nebrodi, Peloritani, Etna, Erei ed Iblei.
Abbraccia tre versanti idrografici e cioè il tirrenico, lo ionico e
l’africano. E’ la Sicilia più tipicamente siculo-greca.
·
Sicilia occidentale,
delimitata dal fiume Torto nel versante nord, dal fiume Platani in
quello sud. Comprende i gruppi
orografici dei Monti palermitani, dei Sicani e dei Monti trapanesi.
E’un’area dall’orografia molto articolata e frammentata. Abbraccia i tre
versanti: tirrenico, africano e occidentale. Storicamente è la Sicilia dalle
influenze elimo-sicane e fenicio-puniche oltre che da quelle arabe lievemente più
marcate.
·
Sicilia centrale,
delimitata da quattro fiumi: il Pollina ed il Torto nel versante
nord, il Salso ed il Platani in quello sud.
Comprende i gruppi orografici delle Madonie e dell’area gessoso –
solfifera. Si affaccia su due
versanti, tirrenico e africano.
A queste tre fasce che prendono in considerazione l’isola
maggiore dell’ arcipelago siciliano, si aggiungono poi le isole minori.
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