Escursioni sui Nebrodi (3)

Escursione pedonale al  MONTE SORO  (PARCO REGIONALE DEI NEBRODI)

La vetta di Monte Soro (1.847 metri), la  più alta dei Nebrodi, è attualmente violentata da antenne,  una invadente costruzione a più piani ed un recinto che di fatto ne impediscono il libero godimento;  per di più è raggiungibile in automobile attraverso una  strada asfaltata. L’asfalto presente è tuttavia in condizioni precarie, in alcuni tratti anche assente, per cui è ancora proponibile una escursione pedonale (chissà per quanto tempo ancora…).

Difficoltà del percorso:  T (turistico).

Periodi consigliati:  primavera – estate  e autunno. Si cammina all’interno di una fitta faggeta che lascia poco spazio alla visuale panoramica.

Luogo di partenza e accesso automobilistico:  Portella Calacudera (1.500 metri circa).  La si raggiunge dalla Strada Statale 289  (“Cesarò – San Fratello”) da percorrere fino al valico di Portella Femmina Morta (chilometro 34): da qui seguire l’indicazione stradale  per Monte Soro, dopo circa 1 chilometro e mezzo si giunge a Portella Calacudera, dove è presente cartellonistica turistica dell’Ente Parco dei Nebrodi.

Note descrittive:  Alla Portella è presente un bivio: a sinistra, su strada sterrata,  la possibilità di raggiungere i laghi Maulazzo e Biviere (la cartellonistica escursionistica indica  “Portella Mitta”),  a destra la strada  per il Monte Soro.  La strada ricalca in parte  la vecchia  mulattiera che saliva al monte, nei tratti dove se ne discosta è possibile evitarla percorrendo l’antico percorso (abbastanza evidente). Dalla vetta la vista panoramica è chiusa sia dalle costruzioni che dalla vegetazione (al contrario di quanto generalmente si dice e cioè che dalla vetta di Monte Soro si gode di un’ampia e vasta visuale…).

In discesa c’è la possibilità di percorrere piste forestali che evitano gran parte dell’asfalto:  si entra nel demanio forestale cosiddetto “Monte Soro” (ingresso a poche decine di metri dalla vetta) e si percorre la strada fino ad incontrare a destra un cancelletto in legno (a sinistra, a poche decine di metri in basso c’è uno stagno,  possibile luogo di sosta). Entrati attraverso il cancelletto,  si abbandona la strada principale e si accede  a piste secondarie di utilizzo silvo-pastorale.   Si incontrano diversi bivi dove si tiene sempre la destra. Attraverso la densa faggeta, governata in parte a ceduo (per la produzione di carbone) in parte a fustaia, si ritorna sulla strada asfaltata dell’andata.

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