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Il bosco di contrada San Giovanni,
Punta Montagna e gli altri rilievi intorno a Castel di Lucio, mostrano peculiari
associazioni vegetali, zone umide, eccezionali fioriture primaverili, ampi
panorami sui rilievi dei Nebrodi intorno alla sella di Colle del Contrasto e
sulla Valle di Tusa. La naturalità diffusa di questi luoghi in un contesto
rurale e i tanti particolari, fanno si che ogni percorso escursionistico sia una
successione di notevoli elementi naturalistici. L'incontro con questa
straordinaria varietà di forme, colori e strategie è testimonianza
dell'evoluzione dei viventi che seguono nel tempo i cambiamenti del mondo
fisico.
Vegetazione
In quest’area il bosco occupa in genere i versanti settentrionali dei rilievi
dove il clima a parità di quota è più fresco e più umido, le precipitazioni sono
di circa 1000 mm annui e le temperature medie oscillano tra i 13° i 16°. Queste
condizioni climatiche, unitamente alla natura silicea del suolo, determinano la
formazione di una ben definita associazione vegetale cui i geobotanici hanno
attribuito il nome di Quercetum gussonei, querceto mesofilo dalle
caratteristiche intermedie tra la cerreta e la sughereta. L'essenza
caratterizzante l'associazione è il Cerro di Gussone o Quercus gussonei, forma
endemica meridionale più termofila del Cerro (Quercus cerris), presente
anch’esso al di sopra di quota 1100. In aree adiacenti, in basso, crescono le
sughere (Quercus suber) e nel bosco Montagna si trova una interessante entità
dai caratteri intermedi tra la sughera e il cerro: la Cerrosughera o Quercus
fontanesii, con corteccia suberosa e foglie chiare moderatamente lobate. Oltre
ai cerri caratterizzano lo strato arboreo di questo bosco gli aceri (Acer
campestris), altre querce del gruppo della roverella (Quercus pubescens l.s.),
meli selvatici (Malus sylvestris) e pochi esemplari di berretta da prete (Euonymus
europaeus), piccolo albero dai caratterstici frutti rossi che ricordano, per la
forma a tre spicchi, un berretto da monsignore. Nel sottobosco luminoso
fioriscono rosacee spinose tra cui biancospino, rosa canina, rovo, pruno e pero
selvatico. Nelle parti ombrose crescono dafne, pungitopo, diverse rubiacee,
primule, peonie, anemoni, aglio (Allium subhirsutum), viola, ciclamini e
geraniacee tra cui Geranium versicolor e Geranium sanguineum. Nelle radure
crescono il cardo dei lanaioli, la felce aquilina, il cisto bianco (Cistus
salvifolius) e leguminose dai grandi fiori appariscenti del genere Lathyrus. In
primavera fioriscono anche le orchidee tra cui la poco frequente Platanthera
chlorantha i cui fiori verdi sono impollinati dalle falene. Ai margini assolati
del bosco, su suolo roccioso, cresce e fiorisce la Genista aristata, piccola e
splendida ginestra endemica a fiore rosso e giallo, mentre al di fuori del bosco
il paesaggio è costituito da pascoli e fruticeti a ginestra spinosa. Questi
ultimi si riscontrano soprattutto sui versanti del Birione e ai margini del
Bosco Montagna. Si tratta di una estesa vegetazione arbustiva dominata dalla
Calicotome infesta, leguminosa in grado di colorare in primavera interi versanti
di fiori gialli. Con le spine resiste bene al morso degli erbivori e costituisce
uno stadio temporaneo di vegetazione che prelude al riformarsi del querceto, già
eliminato dall'uomo per esigenze di pascolo o per l'agricoltura.
Fauna
In primavera, tra i fiori, è facile osservare numerose farfalle: la Limenitis
reducta, ninfalide la cui larva è ospite del Caprifoglio (Lonicera), e la
Maniola jurtina satiride molto comune il cui bruco è ospite delle graminacee.
Tra le falene diurne si lasciano facilmente avvicinare la Zygaena filipendula
dalle ali nere a macchie rosse e la Jordanita globulariae di colore verde
azzurro. Numerosi gli uccelli che frequentano il bosco tra cui la ghiandaia
mentre i gheppi e le poiane si vedono sorvolare le aree incolte a caccia di
piccole prede. Il barbagianni (Tyto alba) è facile da incontrare al crepuscolo. Le tracce
testimoniano la presenza di altri animali dalle
abitudini schive, crepuscolari o notturne: l'istrice, di cui si rinvengono
facilmente gli aculei, piccoli roditori, mustelidi, volpi. La sera si incontra
il rospo comune (Bufo bufo), grande anfibio che depone, nelle acque primaverili
dei torrenti, le uova in lunghi trasparenti cordoni . In esate giungono ai
margini del bosco numerosi e coloratissimi gruccioni.
Rocce e sorgenti
Il rilievo tra Castel di Lucio e Punta Montagna, dal punto di vista dei geologi,
è un alternarsi d’affioramenti argillosi e arenarie silicee; argille e sabbie
cementate il cui colore bruno giallastro è determinato dagli ossidi di ferro. Si
tratta della successione sedimentaria oligocenica nota come flysch numidico e
depositatasi circa 38 milioni di anni fa. L’arenaria è costituita da granuli di
quarzo, feldspato e mica con dimensioni comprese tra 0,02 e 2 mm, mentre la
pasta di fondo, che riempie i vuoti lasciati dall’impacchettamento dei granuli,
contiene ancora gli stessi minerali nel campo di dimensioni del silt (0,002
0,0063 mm) e i cementi costituiti da quarzo o calcite di nuova formazione.
Questi sedimenti sono il risultato di erosione, trasporto e sedimentazione in un
bacino marino di graniti smantellati da antichi rilievi. Tra Portella Calagioie
e Cozzo Aionotto, a quota 1130 è una sorgente perenne che alimenta il torrente
San Giovanni. E' ben riconoscibile in estate perché risalta come macchia verde
in un contesto di piante erbacee secche, ha portata variabile e crea intorno a
se una zona di ristagno o acquitrinio, importante biotopo per la vita animale
acquatica ed anfibia e per le piante dei suoli permanentemente umidi e paludosi.
Altra zona umida si riscontra in contrada Pantano qui però l'azione antropica
frequente inibisce lo sviluppo di un sistema naturale.
Sentiero Castel di Lucio - Punta Mongna
Lunghezza Km 10,2 (andata e ritorno), dislivello m500, tempo di cammino 4h 20min
(2h 30min salita, 1h 40min discesa)
Ripercorre l’antica via armentizia che collega Castel di Lucio e San Mauro
Castelverde per il valico di Portella Calagioie. Dal paese (m725) si segue la
cresta est di Punta Birione passando dal Calvario (m911) e si prosegue per il
versante meridionale del Birione, per la Contrada Pantano, fino alla Portella di
quota m1067. Da qui si prosegue sempre in cresta, tra splendidi panorami, per
Portella Innage (m1066) e poi al valico di Portella Calagioie (m1182). Una volta
al valico il sentiero lascia la via armentizia e devia a nord, ancora per
cresta, per raggiungere Punta Montagna (m1236). Il percorso è interamente
segnato con segnavia bianco rosso e tabelle. I tempi di percorrenza stimati per
le tappe intermedie sono: il calvario 45 min, Portella Innage 1h,55min, Portella
Calagioie 2h,15min. Dalla portella di quota 1067 è indicato, ma non segnato, un
sentiero per Cozzo S. Antonio (m1032), cresta nord di Punta Birione. Il tratto
da Castel Di Lucio a Portella Calagioie segue la regia trazzera San Mauro
Castelverde - Castel di Lucio. Le prime regie trazzere sono state istituite nel
medioevo per garantire gli spostamenti delle greggi e delle mandrie; sono ancora
oggi percorsi pubblici gestiti da un apposito ufficio regionale.
Percorso tematico nel Bosco Montagna
Lunghezza Km 2,4 (anello), dislivello m200, tempo di percorrenza 1h 10 min.
Lungo il percorso ad anello, gradevole e privo di difficoltà, è possibile
osservare le principali essenze che caratterizzano il bosco mesofilo a cerro di
Gussone. Il sentiero inizia sulla strada sterrata che costeggia a Nord la
Contrada San Giovanni, risale inizialmente verso sud la sponda ovest del
Torrente San Giovanni e lo attraversa poco dopo per entrare nel bosco. Il
tracciato si sviluppa su ampie sterrate inerbite, passa per un’area attrezzata
ed è indicato da picchetti segnavia. Altre piste e sentieri collegano il
percorso tematico con Punta Montagna, Portella Innage e il sentiero per Castel
di Lucio.
Cartografia
C.T.R 1:10.000 fogli 610080 e 610120 Tavoletta IGM 1:25.000 F.260 - 1° N.O.
“Castel di Lucio”.
Informazioni
Comune di Castel di Lucio 0921385401 - 0921384182 - comcasteldilucio@tiscali.it
Artemisia coop. 0916824488 - 0916733477 - 3403380245 - artemisianet@tin.it
Per raggiungere Castel di Lucio:
dalla autostrada A20 uscita Tusa, quindi SS113 e bivio sulla Fiumara di Tusa per
Pettineo e Castel di Lucio.
I punti seguenti si riferiscono a picchetti numerati posti lungo il percorso ad anello
PT1 Quercus cerris e Quercus gussonei
alberi che caratterizzano il Bosco montagna. la Q. gussonei è una forma
meridionale del cerro.Il
bosco di cerro e roverella. In quest’area il bosco occupa prevalentemente
il versante settentrionale dei rilievi, con clima fresco e umido favorevole allo
sviluppo del querceto mesofilo, quel bosco che occupa la fascia altimetrica
intorno ai 1000 m dove i valori di precipitazioni e temperature sono intermedi
tra quelli per il querceto termofilo e quelli per la faggeta. L’essenza
caratterizzante è il Cerro di Gussone (Quercus gussonei), una forma meridionale
di Quercus cerris presente anch’esso, ma a quote più elevate. Accompagnano il
cerro l’acero (Acer campestris), la roverella (Quercus pubescens), il melo
selvatico e l'Euonymus. Nel sottobosco aperto abbiamo rosacee spinose come
biancospino, rosa canina, pruno selvatico e rovo; nelle parti ombrose invece
Dafne, pungitopo, Galium, primule, peonie, anemoni, aglio, viola, ciclamino e
geranio. Nelle radure crescono anche la felce aquilina e bellissime orchidee
selvatiche.
PT2 Salix caprea, Popoulus nigra, Prunus spinosa Sponde del torrente san Giovanni dove crescono saliconi, pioppi, rosacee spinose, e ginestra spinosa. La macchia di Calicotome infesta è in grado di colorare di fiori gialli interi versanti di montagna è una delle poche piante che resiste al morso degli erbivori e per questo forma macche spesso impenetrabili nelle zone intensamente pascolate Il Calicotome o Ginestra spinosa è una leguminosa e come tale contribuisce ad azotare il terreno predisponendolo alla ricolonizzazione da parte del bosco.
PT3 Malus sylvatica melo selvatico
PT4 Acer campestris acero campestre, si ritrova sporadico nel querceto, non forma mai boschi puri.
PT5 Crategus monogyna o Biancospino; detto così perchè in primavera si ricopre di fiori bianchi prima ancora di mettere le foglie. Euonymus europeus o Berretta da prete; cosi chiamata per via dei frutti rossi autunnali che ricordano un berretto a coste.
PT6 Clematis vitalba Rubus ulmifolius sono le liane e i rovi che crescono addossati ad alberi ed arbusti formando macchie impenetrabili
PT7 Arcose; arenaria con granuli di quarzo
feldspato e mica, roccia sedimentaria del cenozoico.Il rilievo tra Castel di Lucio e Punta Montagna è un alternarsi
d’affioramenti argillosi e arenacei. Si tratta della successione sedimentaria
oligocenica che i geologi chiamano flysch numidico. L’arenaria è costituita
da granuli di quarzo, feldspato e mica con dimensioni comprese tra 0,02 e 2 mm.
La pasta di fondo, che riempie i vuoti lasciati dall’impacchettamento dei
granuli, contiene ancora gli stessi minerali nel campo di dimensioni del silt
(0’002 0,0063 mm), ma soprattutto i cementi, costituiti da quarzo o calcite di
nuova formazione. Il colore è determinato degli ossidi presenti.
PT8 Prunus spinosa rosacea spinosa del sottobosco luminoso o delle radure
PT9 Quercus fontanesi ibrido naturale tra Quercus cerris e Quercus suber detto anche cerrosughera o sugherella.
Le
sorgenti d’infiltrazione, ben riconoscibili in estate perché si
presentano verdi in un contesto d’erba secca, hanno portata variabile, ma sono
pressoché perenni. Tra Portella Calagioie e Cozzo Aionotto è una sorgente di
questo tipo che alimenta il Torrente San Giovanni. La zona di ristagno o
acquitrino che forma è un biotopo importante per la vita animale acquatica ed
anfibia. Si riconoscono anche numerose interessanti igrofite (piante
specializzate a suoli permanentemente umidi).
Le
Raccolte temporanee d’acqua, riscontrabili lungo il percorso in inverno ed
in primavera, sono ambienti straordinari perché ospitano a volte minuscoli
crostacei in grado di superare la stagione secca sotto forma di uova durature.
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Flora
Platanthera chlorantha, Cistus salvifolius, Allium subhirsutum, Quercus cerris, Myosotis ramosissima, Pisum sativum, Geranium sanguineum, Lathirus grandiflorus, Genista aristata, Geranium pyrenaicum, Calicotome infesta, Sedum sp., Geranium versicolor, Prunella vulgaris, Centaurium erythraea, Quercus fontanesii, Rubus ulmifolius, Scutellaria sp., su Anthemis sp.
Farfalle
Limenitis reducta,
Zygena filipendulae,
Jordanita globulariae,
Maniola jurtina,
Coleotteri
Oxythyrea funesta
Si ringraziano il sindaco Antonino Alberti,
l'assessore Francesca Scudiscio, la dottoressa Pinto e tutta l'amministrazione comunale
per l'interesse rivolto alla tutela e alla valorizzazione ecoturistica del bosco
e alle iniziative di educazione ambientale rivolte ai ragazzi della scuola elementare.
Testo e grafica di Giuseppe Ippolito, foto di Silvia Bello, Eduardo Di Trapani e Giuseppe Ippolito - Coop Artemisia