Monte dei Cervi (m1794)Antiche storie di montagna e di bosco delle Madonie |
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Sulle Madonie esistono due altopiani omonimi, ampi, erbosi e
anche simili tra loro. Si chiamano entrambi Piano della Battaglia, uno è tra il
Monte Mufara ed il Carbonara l'altro ad est della cima di Monte Cervi. Alla fine
degli anni cinquanta Amleto Bologna scrive, sul periodico "Montagne di Sicilia",
un lunghissimo articolo per chiarire che l'origine di questo toponimo non ha
nulla a che fare con improbabili battaglie tra saraceni e normanni avvenute
quassù, ma ha un'origine legata per fortuna più al vino che al sangue della
riconquista cristiana. Le battaglie, ricostruisce il Bologna con ampia citazione
di fonti e prove, sono state supposte o inventate nel medioevo e poi sostenute
per omaggiare la famiglia Ventimiglia, feudataria delle Madonie, di un ruolo
eroico nella conquista normanna della Sicilia. Il nome "battaglia" ha invece una
storia più antica, derivata dalla trasformazione del vocabolo di origine greca
cottabo, divenuto poi cattaba, che indicava diversi giochi a base di vino in uso
anche presso i pastori ed i boscaioli della Sicilia greca. Con lo stesso nome,
pastori e boscaioli delle Madonie, continuarono a chiamare una gara annuale di
velocità nel taglio di legna da offrire alla chiesa del paese. La gara si
svolgeva proprio ai margini di queste ampie radure erbose circondate da faggete
e terminavano, come da tradizione classica, con abbondanti bevute di vino e
ritorno in paese, ubriachi, ma con ricco bottino di legna. Facilmente il
vocabolo si è trasformato nel tempo da piano della cattaba a piano della
vattagghia e la leggenda della battaglia normanna ha cominciato a girare dal
1300, nel feudo dei Ventimiglia, incoraggiata proprio dal toponimo preesistente.
Per distinguere i due piani tra loro oggi si tende a chiamare piano dei cervi
quello alla base dell'omonimo monte, con una quota di circa 1500 metri e
circondato dalle rupi calcaree di Cozzo Piombino (m1620), Pizzo Colla (m1676) e
Cozzo Cerasa (m1692). Il piano dei Cervi, al centro della radura, ha un
caratteristico laghetto temporaneo di forma circolare con un diametro massimo di
circa dieci metri ed è in invaso dallo scioglimento della neve fino all'inizio
dell'estate. Tutto intorno alla piana, ma soprattutto verso est e verso nord, si
sviluppano circa 480 ettari di bosco di faggio (Fagus sylvatica), con esemplari
più grandi in corrispondenza delle valli dal suolo profondo ed esemplari bassi e
cespugliosi nelle zone sommitali, con poco suolo e roccia affiorante, dove il
bosco è anche interrotto da radure sassose. Sotto la quota di circa 1400 metri
la faggeta cede, in genere, il posto ad una fascia priva di vegetazione arborea,
occupata da fruticeti e praterie che poco più in basso cedono localmente il
posto a boschi a prevalenza di leccio (Quercus ilex). Fino a pochi anni fa era
facile avvistare in volo i grifoni (Gyps fulvus), recentemente reintrodotti con
esemplari provenienti dalla Spagna e liberati dopo due anni di soggiorno in
voliere poste a Piano Zucchi. E' però successo che la colonia delle Madonie, nel
corso delle sue ampie perlustrazioni circolari del territorio alla ricerca di
carcasse, ha scoperto l'esistenza, ad Alcara Li Fusi, sui Nebrodi, dell'altra
colonia siciliana di grifoni spagnoli. Considerata la più favorevole condizione
climatica, i grifoni delle Madonie hanno deciso di stabilirsi lì. Per i
geomorfologi, i due piani della battaglia sono entrambi polje carsici. Polje è
una parola di origine slava che indica un'estesa area circa pianeggiante,
costituita al fondo da materiale impermeabile all'acqua, come argille o
alluvioni, e circondata da rilievi permeabili calcarei. In un polje l'acqua
defluisce da punti assorbenti posti lungo il perimetro del piano al contatto tra
l'area impermeabile e quella permeabile. La roccia impermeabile del polje del
Monte Cervi è costituita da un sottile strato di argille ed arenarie
dell'Oligocene noto ai geologi come flysch numidico. Le rocce permeabili sono
invece i carbonati che costituiscono l'intero rilievo del Monte Cervi e che si
sono formati, nel corso del mesozoico, per accumulo di sedimenti in un antico
bacino marino denominato Bacino Imerese. Nello stesso lasso di tempo si sono
formate le rocce che oggi costituiscono l'adiacente massiccio del Carbonara, ma
queste ultime, nella geografia mesozoica, non erano un bacino, ma una
piattaforma carbonatica. Oggi le due successioni sedimentarie si trovano
entrambe dislocate dalla loro posizione originaria e sono marginalmente
sovrascorse l'una sull'altra. Il punto di sovrapposizione tra le due successioni
è facilmente riconoscibile a Portella Colla che è anche il punto di partenza più
comodo per un'escursione al Piano della Battaglia ed al Monte dei Cervi. Nel
versante meridionale di Monte Cervi ci sono altre spettacolari strutture
geomorfologiche tra cui valli carsiche simili a canyon con pareti verticali,
fondo asciutto, sassoso e irregolare. Una di queste è nota con il nome di la
padella per via della particolarissima forma che si nota se osservata da sud.
Presenta nella parte alta, una spanciatura ampia e subcircolare che è il
risultato del crollo della roccia all'interno di cavità carsiche coalescenti
(canyon di crollo), mentre in basso continua con una stretta gola che
costituisce il "manico" della padella. (Testo di Giuseppe
Ippolito)
Scheda tecnica:
Come arrivare a Portella Colla: SP119 da Polizzi fino il bivio per Piano
Battaglia (del Carbonara) oppure da Collesano SP 9 fino al bivio Munciarrati ed
SP54 da Munciarrati al bivio per Piano Battaglia. Il bivio è sulla Portella
Colla.
Ascesa al Monte dei Cervi: Portella Colla (m1421), Piano Battaglia (di Monte dei
Cervi) (m1550), Monte dei Cervi (m1794). Difficoltà: E (escusionistica); tempo
di cammino: 4h circa; lunghezza: 6 km solo andata; tipologia percorso: sterrata,
sentiero e terreno naturale. E' possibile anche limitarsi ad una escursione di
difficoltà T (turistica), per il Piano dei Cervi da Portella Colla con circa 3h
di cammino andata e ritorno.
Informazioni: artemisianet@tin.it; 3403380245