La Valle delle Neviere
Alla testata della Valle delle Neviere, tra La Pizzuta e la Serra del Frassino, a quota m1300 s.l.m sui Monti di Palermo, si notano i ruderi di un grande edificio in pietra e alcune conche circolari di circa quindici metri di diametro e almeno tre di profondità, sono quello che resta delle neviere, luogo di trasformazione della neve in ghiaccio ed elemento fondamentale dela filiera per la sua produzione e commercializzazione a Palermo.
Le neviere della Pizzuta sono conche artificiali scavate alle quote più alte e nei versanti più freschi più adatti all'accumulo e al mantenimento della neve invernale. Accanto ad esse era costruito, con pietra locale, un edificio detto "casa neviera", che serviva come ricovero degli operai durante i giorni della lavorazione e per la custodia degli attrezzi e del materiale di lavoro. Durante le nevicate invernali gli operai raccoglievano la neve nelle neviere, la pressavano con appositi attrezzi in legno, costituiti da un disco piatto e un bastone, affinché si compattasse uniformemente e assumesse, con l'ausilio delle basse temperature notturne e delle parziali fusioni diurne, le caratteristiche del ghiaccio. L'operazione di raccolta della neve si ripeteva più volte in occasione delle precipitazioni nevose. Per proteggere il ghiaccio all'avanzare della stagione calda si provvedeva a coprirlo con fronde di ginestra, ddisa (Ampelodesmos mauritanicus) o paglia, allo scopo accumulate nella casa neviera. La copertura doveva evitare che la massa di ghiaccio si sciogliesse troppo velocemente con la risalita repentina delle temperature atmosferiche al finire del breve periodo di freddo. Con la buona stagione iniziava la richiesta da parte del mercato cittadino e il ghiaccio veniva tagliato, caricato su carretti, trasportato in città e conservato in depositi freschi prima di essere ancora ridotto in piccoli blocchi o sminuzzato a seconda della destinazione finale. La possibilità di disporre in estate di ghiaccio sminuzzato incentivò la produzione di granite e sorbetti