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Pubblicato sul numero di luglio 2004 della rivista Sikania

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Cavalli presso le Punte della Moarda

Gorgo di Rebuttone

di Giuseppe Ippolito

foto di Federico Marrone e Giuseppe Ippolito

Il Gorgo è un piccolo stagno semipermanente che si trova, a quota 720 s.l.m., in prossimità della sella omonima tra i Serri di Rebuttone e le Punte della Moarda. E' alimentato dalle acque meteoriche, così abbondanti che il gorgo riesce generalmente a mantenersi umido anche in piena estate. In realtà nelle annate particolarmente secche, come quelle degli ultimi anni, lo stagno va incontro a totale prosciugamento. Da osservazioni sulla fauna e sulla flora prima e dopo la fase di secca dell'estate di due anni fa, si è constatato che la temporaneità è la vera vocazione di questo ambiente. Gli esperti adesso parlano di un progressivo riequilibrio naturale dell'ecologia del gorgo proprio grazie al fatto che, nell'estate di due anni fa, sia andato completamente in secca.
Negli anni passati, il carattere pressoché permanente dell'invaso, aveva suggerito ai locali di tentare l'allevamento di alcune specie non autoctone di pesci d'acqua dolce. C'erano persino le carpe (Cyprinus carpio.), oltre ai pesci rossi (Carassius auratus) e alle gambusie (Gambusia affinis holbrooki). La presenza dei pesci, non naturale, e alla lunga precaria a causa delle forti oscillazioni dell'invaso, provocava uno squilibrio notevole nel ciclo dei nutrienti del gorgo con la manifestazione di frequenti bloom algali. L'eccessiva pressione predatoria dei pesci sui crostacei planctonici erbivori impediva a questi ultimi di svolgere la loro funzione di controllare, pascolando, la proliferazione eccessiva delle alghe. I crostacei filtrano il fitoplancton e consentono ai nutrienti di rientrare nella rete alimentare. Dalla scomparsa dei pesci l'acqua dello stagno è molto più limpida, è aumentato il numero e la diversità dei crostacei planctonici e le loro dimensioni medie sono passate da 400 micron ad 1 millimetro. Ad avvantaggiarsi della scomparsa dei pesci è stata anche la popolazione locale di Discoglossus pictus, anfibio tutelato da diverse direttive comunitarie. La presenza di carpe e pesci rossi comportava anche una eccessiva attività di pascolo sulle piante acquatiche, portando ad una “banalizzazione” della flora del gorgo ed alla proliferazione di poche specie vegetali più resistenti o meno appetibili ai pesci.
Interessanti da osservare e belli per i loro sgargianti colori, sono gli odonati, meglio noti come libellule, che frequentano numerosi, in questo periodo dell'anno, le sponde intorno al Gorgo. Le libellule si possono distinguere facilmente in due sottordini: gli anisotteri (Anisoptera = ali diverse) che stanno posati sugli steli della vegetazione ripariale con le ali distese perpendicolari al corpo, gli zigotteri (Zygoptera = ali simili), che invece riposano ad ali chiuse o semiaperte. Il loro ciclo vitale dipende dall'acqua, le larve sono formidabili predatori degli stagni così come gli adulti predano attivamente zanzare e piccoli ditteri, controllandone le popolazioni.  Dalla scomparsa dei pesci anche il loro numero è aumentato e intorno allo stagno di Rebuttone ne abbiamo osservate almeno sei  specie differenti. Tra gli Anisotteri si osservano le Aeshna sp. e Sympetrum sanguineum; tra gli Zigotteri la Lestes virens virens, sottospecie presente solo in Sicilia e in Africa, e ancora Ischnura pumilio, Ischnura genei, specie presente solo nelle grandi e piccole isole del Mediterraneo, Erythromma viridulum e Coenagrion sp. Particolare ed interessante da osservare è anche l'accoppiamento delle libellule: il maschio, infatti, afferra la femmina per la nuca con speciali appendici addominali e la femmina inarca l'addome fino a raggiungere gli organi riproduttori del maschio formando insieme un anello chiuso dalla tipica forma “a cuore”. Il maschio poi accompagna la femmina a deporre le uova tra la vegetazione acquatica, volando in tandem.
Il Gorgo di Rebuttone è stato in passato oggetto dell'interesse scientifico di illustri naturalisti come il Parlatore, il quale, nel 1839 nella sua "Flora Panormitana", fa riferimento al Gorgo tra i "loci classici" di alcune specie vegetali, da qui provengono alcuni esemplari delle piante da lui descritte.
Dalla Portella di Rebuttone passa un'importante e storica via di collegamento tra Corleone e Palermo, si tratta di un percorso già descritto da Idrisi nel 1182 e che poi sarebbe diventato la Regia Trazzera n.24. Da Santa Cristina Gela la trazzera percorre la Valle di Rebuttone fino al Gorgo omonimo per poi scendere a Valle del Fico fino a congiungersi con la via Mazarie. A riprova della grande importanza e della mole di traffici lungo questo percorso, è la documentata presenza dal 1487 di un fondaco nella adiacente Valle del Fico. Il fondaco non era solo un luogo di sosta per i commercianti, ma anche un luogo dove poter depositare, vedere e scambiare la merce, prevalentemente olio e grano. Di solito il fondaco era all'interno di un centro abitato, ma in questo caso ci troviamo su un'importante via commerciale.
Altre notizie sui luoghi sono di epoca normanna: nella prima metà del XII secolo i boschi a monte dell'attuale Altofonte vengono a costituire, per iniziativa del Re Ruggero II di Sicilia, il "parco regio". Nel corso del medioevo è documentata anche la presenza, proprio a Rebuttone, di un insediamento, probabilmente un semplice presidio che, alle spalle di Palermo, era volto a controllare eventuali rivolte della popolazione musulmana.
A margine del Gorgo di Rebuttone, che noi abbiamo ribattezzato il "lago delle libellule" per via delle numerose specie che è possibile osservare con una semplice passeggiata, è un pozzo a torre con annesso abbeveratoio.

 

Cynthia cardui

Lestes virens su giunco

Coenagrion puella in accoppiamento

Aeshna sp. nella tipica posizione di riposo degli Anisotteri

Ischnura elegans in accoppiamento

Ischnura sp. della tipica posizione di riposo dei zigotteri

Sympetrum sanguineum Anisoptera

 

pozzo- torre a margine del Gorgo