Cavalli presso le Punte della
Moarda
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Gorgo di Rebuttone
di Giuseppe
Ippolito
foto di Federico
Marrone e Giuseppe Ippolito
Il Gorgo è un piccolo stagno semipermanente
che si trova, a quota 720 s.l.m., in prossimità della sella omonima tra
i Serri di Rebuttone e le Punte della Moarda. E' alimentato dalle acque
meteoriche, così abbondanti che il gorgo riesce generalmente a
mantenersi umido anche in piena estate. In realtà nelle annate
particolarmente secche, come quelle degli ultimi anni, lo stagno va
incontro a totale prosciugamento. Da osservazioni sulla fauna e sulla
flora prima e dopo la fase di secca dell'estate di due anni fa, si è
constatato che la temporaneità è la vera vocazione di questo ambiente.
Gli esperti adesso parlano di un progressivo riequilibrio naturale
dell'ecologia del gorgo proprio grazie al fatto che, nell'estate di due
anni fa, sia andato completamente in secca.
Negli anni passati, il carattere pressoché
permanente dell'invaso, aveva suggerito ai locali di tentare
l'allevamento di alcune specie non autoctone di pesci d'acqua dolce.
C'erano persino le carpe (Cyprinus carpio.), oltre ai pesci rossi
(Carassius auratus) e alle gambusie (Gambusia affinis
holbrooki). La presenza dei pesci, non naturale, e alla lunga
precaria a causa delle forti oscillazioni dell'invaso, provocava uno
squilibrio notevole nel ciclo dei nutrienti del gorgo con la
manifestazione di frequenti bloom algali. L'eccessiva pressione
predatoria dei pesci sui crostacei planctonici erbivori impediva a
questi ultimi di svolgere la loro funzione di controllare, pascolando,
la proliferazione eccessiva delle alghe. I crostacei filtrano il
fitoplancton e consentono ai nutrienti di rientrare nella rete
alimentare. Dalla scomparsa dei pesci l'acqua dello stagno è molto più
limpida, è aumentato il numero e la diversità dei crostacei
planctonici e le loro dimensioni medie sono passate da 400 micron ad 1
millimetro. Ad avvantaggiarsi della scomparsa dei pesci è stata anche
la popolazione locale di Discoglossus pictus, anfibio tutelato da
diverse direttive comunitarie. La presenza di carpe e pesci rossi
comportava anche una eccessiva attività di pascolo sulle piante
acquatiche, portando ad una “banalizzazione” della flora del gorgo
ed alla proliferazione di poche specie vegetali più resistenti o meno
appetibili ai pesci.
Interessanti da osservare e belli per i loro
sgargianti colori, sono gli odonati, meglio noti come libellule, che
frequentano numerosi, in questo periodo dell'anno, le sponde intorno al
Gorgo. Le libellule si possono distinguere facilmente in due sottordini:
gli anisotteri (Anisoptera = ali diverse) che stanno posati sugli steli
della vegetazione ripariale con le ali distese perpendicolari al corpo,
gli zigotteri (Zygoptera = ali simili), che invece riposano ad ali
chiuse o semiaperte. Il loro ciclo vitale dipende dall'acqua, le larve
sono formidabili predatori degli stagni così come gli adulti predano
attivamente zanzare e piccoli ditteri, controllandone le popolazioni.
Dalla scomparsa dei pesci anche il loro numero è aumentato e
intorno allo stagno di Rebuttone ne abbiamo osservate almeno sei specie
differenti. Tra gli Anisotteri si osservano le Aeshna sp. e Sympetrum
sanguineum; tra gli Zigotteri la Lestes virens virens,
sottospecie presente solo in Sicilia e in Africa, e ancora Ischnura
pumilio, Ischnura genei, specie presente solo nelle grandi e
piccole isole del Mediterraneo, Erythromma viridulum e Coenagrion
sp. Particolare ed interessante da osservare è anche
l'accoppiamento delle libellule: il maschio, infatti, afferra la femmina
per la nuca con speciali appendici addominali e la femmina inarca
l'addome fino a raggiungere gli organi riproduttori del maschio formando
insieme un anello chiuso dalla tipica forma “a cuore”. Il maschio
poi accompagna la femmina a deporre le uova tra la vegetazione
acquatica, volando in tandem.
Il
Gorgo di Rebuttone è stato in passato oggetto dell'interesse
scientifico di illustri naturalisti come il Parlatore, il quale, nel
1839 nella sua "Flora Panormitana", fa riferimento al Gorgo
tra i "loci classici" di alcune specie vegetali, da qui
provengono alcuni esemplari delle piante da lui descritte.
Dalla Portella di Rebuttone passa
un'importante e storica via di collegamento tra Corleone e Palermo, si
tratta di un percorso già descritto da Idrisi nel 1182 e che poi
sarebbe diventato la Regia Trazzera n.24. Da Santa Cristina Gela la
trazzera percorre la Valle di Rebuttone fino al Gorgo omonimo per poi
scendere a Valle del Fico fino a congiungersi con la via Mazarie.
A riprova della grande importanza e della mole di traffici lungo questo
percorso, è la documentata presenza dal 1487 di un fondaco nella
adiacente Valle del Fico. Il fondaco non era solo un luogo di sosta per
i commercianti, ma anche un luogo dove poter depositare, vedere e
scambiare la merce, prevalentemente olio e grano. Di solito il fondaco
era all'interno di un centro abitato, ma in questo caso ci troviamo su
un'importante via commerciale.
Altre notizie sui luoghi sono di epoca
normanna: nella prima metà del
XII secolo i boschi a monte dell'attuale Altofonte vengono a
costituire, per iniziativa del
Re Ruggero II di Sicilia,
il "parco regio". Nel
corso del medioevo è documentata anche la presenza, proprio a
Rebuttone, di un insediamento, probabilmente un semplice presidio che,
alle spalle di Palermo, era volto a controllare eventuali rivolte della
popolazione musulmana.
A margine del Gorgo di Rebuttone, che noi
abbiamo ribattezzato il "lago delle libellule" per via delle
numerose specie che è possibile osservare con una semplice passeggiata,
è un pozzo a torre con annesso abbeveratoio.
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Cynthia cardui |