Vallone Madonna degli Angeli.
Osservazioni naturalistiche
testo di Giuseppe Ippolito (2004)
Il Vallone Madonna degli Angeli si trova sul versante sud-occidentale delle Madonie, tra le pendici settentrionali di Monte Scalone e quelle merdionali di Monte Quacella. È raggiungibile con la strada che collega Polizzi Generosa e Portella Colla con accesso dall'area forestale di Piano Noce. E' una valle di notevole interesse naturalistico per l'intreccio di litologie, condizioni microclimatiche e associazioni vegetali. La valle è anche un confine litologico tra carbonati mesozoici e arenarie arcosiche oligoceniche e intersezione di areale tra lecceta e faggeta, quest'ultima comprendente anche gli ultimi esemplari di abete bianco siciliano (
Abies nebrodensis).
La normale successione di fasce vegetazionali, che prevede che il leccio e i querceti cedano il posto ai faggi al di sopra di un intorno dei 1400 metri di quota, sembra solo apparentemente fare eccezione nel Vallone Madonna degli Angeli dove si osserva il leccio (
Quercus ilex) spingersi fino a 1800 metri sul versante meridionale della Quacella (a sinistra nella foto), mentre in alcuni punti del fondovalle, posti al di sotto dei 1500, il faggio (
Fagus sylvatica) cresce al suo fianco. L'anomalia è solo apparente perchè a giocare un ruolo importante in questo contesto è l'esposizione. Il leccio, pianta termofila, riesce a spingersi in quota sul versante meridionale della Quacella, che oltre ad essere molto "caldo" per l'esposizione a sud, è anche ripido e ben drenato tanto da risultare sufficientemente arido dalla tarda primavera all'autunno. Il suolo è scarso ed in forte pendenza e il substrato del versante meridionale della Quacella è roccia dolomitica fratturata ed in frana a formare grandi brecciai (il toponimo quacella deriverebbe proprio da queste caratteristiche,
quacina in siciliano è l'impasto di acqua calce e sabbia). Per un ambiente con queste caratterisiche la specie forestale che ha sviluppato i migliori adattamenti è il leccio. Il versante opposto, esposto a nordovest e di natura arenacea, è invece dominato dal faggio anche a quota m1300.
Se si osserva attentamente, la fascia in cui il lecceto cresce a fianco del faggio è esposta orientativamente ad ovest, proprio lungo transizione tra i due versanti della valle che hanno opposta esposizione.
Nel vallone Madonna degli Angeli e sui rilievi limitrofi, dove cresce la faggeta, incontriamo anche, relitto, l'
Abies nebrodensis. L'abete fa comunemente parte dell'associazione vegetale faggio e abete, molto diffusa nell'Appennino. Splendidi esempi sono le Foreste Casentinesi e l'Abetina Reale del Parco del Gigante. In condizioni naturali l'abete in Italia (
Abies alba) non forma boschi puri, ma cresce in ordine sparso all'interno della faggeta. La stessa situazione che oggi ritroviamo qui puntiforme doveva presentarsi diffusa sui rilievi siciliani nei periodi più freschi del quaternario.
Sul gruppo degli ultimi ventidue esemplari di abete, che crescono su suolo arcosico (arenarie con quarzo feldspato e miche) insieme al faggio, è stata istituita in Sicilia la specie
Abies nebrodensis, considerato un neoendemismo come l'
Abies pinsapo in spagna e l'
Abies cephalonica in Grecia e l'
Abies numidica in Algeria. L'Abete dei Nebrodi ha iniziato la sua differenziazione dalla specie madre antenata delle specie odierne per isolamento geografico presumibilmente solo dopo le ultime fasi fredde del pleistocene. Il tempo trascorso è breve per una speciazione (nascita di una nuova specie) compiuta e infatti
A. nebrodensis si distingue poco da
A. alba. Le differenze di dimensioni e l'aspetto esterno sono prevalentemente risposte fenotipiche (di interazione tra i geni e l'ambiente) alla maggiore aridità e alla povertà del suolo in cui crescono (pietraie).
Gli esemplari più anziani attualmente presenti sulle Madonie sono proprio quelli che furono considerati inutilizzabili dai boscaioli a causa del loro modesto sviluppo. Sono riusciti comunque lentamente a crescere e a produrre coni.
Straordinario e insolito del vallone Madonna degli Angeli è un punto della valle dove vivono fianco a fianco leccio, faggio e abete. Il punto si trova lungo il sentiero per Monte Scalone, nella zona di transizione tra versanti diversamente esposti dove uno strato sottile di arenarie copre i carbonati mesozoici.
Il versante occidentale della Quacella è un anfiteatro di dolomie caratterizzato da ripidi versanti franosi, ghiaioni e conoidi, ricco di flora endemica di brecciaio e rupestre.
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